Morte in parapendio, assolto l’istruttore di volo a processo

Andrea Caglieris, 65 anni di Sarre, era accusato di omicidio colposo, in relazione all’incidente in cui perse la vita, il 14 ottobre 2019, il 46enne Andrea Susanna. L’accusa aveva chiesto 2 anni di reclusione.
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Cronaca

E’ stato assolto dall’accusa di omicidio colposo, con la formula “perché il fatto non sussiste”, il 65enne di Sarre Andrea Caglieris, a processo in relazione alla morte del Vigile del fuoco 46enne Andrea Susanna, precipitato in parapendio il 14 ottobre 2019 nella zona del colle del Piccolo San Bernardo. La sentenza è stata pronunciata nella mattinata di oggi, martedì 15 novembre, dal Gup del Tribunale Giuseppe Colazingari. L’accusa, rappresentata dal pm Francesco Pizzato, aveva chiesto una condanna a 2 anni di reclusione.

Secondo la tesi d’accusa, l’imputato – presidente dell’associazione “Parapendio Valle d’Aosta” ed istruttore di volo – avrebbe agito con “imprudenza, negligenza e imperizia”, nonché con l’“inosservanza di leggi, regolamenti, ordini e discipline”. Nell’impostazione accusatoria, Susanna era privo di brevetto e non avrebbe quindi potuto volare da solo, condizione tale da far scattare la “posizione di garanzia” di Caglieris, rispetto alla vittima. Stando alla consulenza della Procura, le condizioni meteorologiche di quel pomeriggio, inoltre, non erano “adatte ad allievi con poca esperienza”.

Analoga valutazione per il luogo dell’uscita (sopra il lago Verney, a 2.150 metri di quota), caratterizzato dalla possibilità “di volare sfruttando correnti ascensionali in prossimità di costoni montani”, profilo ritenuto dagli inquirenti non banale per un pilota. Nella ricostruzione della Procura, Susanna era precipitato a terra poco dopo il decollo, a seguito della chiusura della vela e di un conseguente “moto elicoidale veloce”, che il pompiere non è riuscito a gestire.

Per parte loro, i difensori dell’imputato, gli avvocati Corrado Bellora e Isabella Oderda di Torino, hanno depositato, nel corso del procedimento, l’esito di alcune indagini difensive, svolte raccogliendo testimonianze e documentazione di carattere tecnico. L’aspetto su cui i legali hanno puntato, sfruttando anche la non convergenza delle testimonianze raccolte dai numerosi partecipanti all’uscita nell’imminenza dei fatti (ad indagare era stato il Soccorso Alpino della Guardia di finanza), è che quel volo non rappresentasse una lezione formale.

Proprio questo tema era anche al centro di una perizia difensiva, curata da uno specialista di volo a vela ed ammessa al rito abbreviato chiesto dall’imputato. “Alla luce del verdetto, sono molto soddisfatto, – sottolinea l’avvocato Bellora – perché sin dall’inizio avevo sostenuto l’assenza di un rapporto istruttore-allievo. Questa sentenza, di cui attendiamo ora le motivazioni, corrobora quella visione, riconoscendo la correttezza del mio assistito”. Il deposito delle ragioni del verdetto, da parte del giudice, è atteso entro 90 giorni.

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