Morte in piscina, affidato il nuovo accertamento medico-legale

L’esame, richiesto dalla Procura tramite incidente probatorio, verrà svolto dal medico-legale Pasquale Beltempo. Tre indagati hanno nominato, quali consulenti di parte, gli specialisti Roberto Testi e Lorenzo Varetto.
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Cronaca

Sarà il medico-legale Pasquale Beltempo a procedere al nuovo accertamento sulle cause della morte di Mohssin Ezzamal, il bambino di 8 anni deceduto in una vasca della piscina scoperta di Aosta il 16 giugno 2017. L’esame affidato oggi, martedì 15 ottobre – dopo che alla scorsa udienza il Gup Giuseppe Colazingari aveva dichiarato nullo quello svolto all’indomani dell’incidente, accogliendo un’eccezione sollevata dalle difese dei cinque indagati per concorso in omicidio colposo – è stato richiesto dal pm Luca Ceccanti attraverso un’istanza di incidente probatorio.

Il perito avrà ora sessanta giorni di tempo per pronunciarsi sui motivi del decesso (la relazione inutilizzabile confermava l’annegamento). Le operazioni, che avverranno sulla documentazione medica disponibile e su tessuti prelevati all’epoca (la salma, nel frattempo, è stata inumata in Marocco, terra d’origine della famiglia), inizieranno a fine ottobre. Tre indagati (due bagnini e l’adulto che accompagnava il piccolo quel venerdì pomeriggio) hanno nominato, quali consulenti di parte per gli accertamenti, i medici legali Roberto Testi e Lorenzo Varetto.

Il giudice ha quindi fissato, per il 22 gennaio 2020, l’udienza dedicata alle conclusioni raggiunte dal perito. A parte il responsabile della gestione della piscina (Maurizio Fea, 49 anni), che ha già optato per essere giudicato con l’abbreviato, gli altri indagati (il 55enne Sandro Grisenti ed i bagnini Francesca Golisano, Giacomo De Raco, entrambi 27enni, e Federico Gottardi, 25enne) hanno ancora la possibilità di chiedere riti alternativi.

Nelle precedenti udienze del procedimento, era stata ammessa la costituzione a parte civile della famiglia del bambino. Inoltre, il giudice aveva accolto la richiesta di citazione della cooperativa “Regisport”, società di gestione dell’impianto, in qualità di responsabile civile. Ad accorgersi del dramma del piccolo Mohssin, che non padroneggiava ancora perfettamente il nuoto, era stato un ragazzo in acqua, ma i vari tentativi del 118 di rianimarlo si erano rivelati vani.

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