‘Ndrangheta, il 21 ottobre l’udienza in Cassazione sull'”appello bis” di Geenna

Si tratta dell’udienza, nell’ambito del rito ordinario, in cui saranno discussi i ricorsi di Raso, Prettico e Giachino, contro le rispettive condanne, e della Procura generale contro l’assoluzione di Carcea.
La Corte di Cassazione.
Cronaca

E’ stata fissata per il prossimo 21 ottobre l’udienza in Corte di Cassazione per discutere i ricorsi sulla sentenza dell’“appello bis” del rito ordinario di Geenna, il processo sulle infiltrazioni di ‘ndrangheta in Valle d’Aosta.

I giudici della prima sezione penale della Suprema Corte sono chiamati a pronunciarsi sui ricorsi presentati dagli imputati, contro le rispettive condanne (il ristoratore Antonio Raso, 8 anni di reclusione, l’ex consigliere comunale di Aosta Nicola Prettico e Alessandro Giachino, sei anni e otto mesi ciascuno, accusati di associazione di tipo mafioso), nonché dalla Procura generale, contro l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” di Monica Carcea, ex assessora comunale di Saint-Pierre, a processo per concorso esterno in associazione mafiosa.

L’“appello bis” si era concluso a Torino il 30 settembre 2024, stabilendo – relativamente alle parti civili – un risarcimento da parte di Raso, Prettico e Giachino, in solido tra loro e a titolo di provvisionale, di 30mila euro a favore della Regione Valle d’Aosta, di 20mila euro al Comune di Aosta e di 5mila euro per l’associazione Libera, costituitasi nel processo assieme agli enti locali.

All’appello bis del dibattimento ordinario si era arrivati dopo che la Cassazione, il 24 gennaio 2023, aveva annullato le condanne riportate dai quattro imputati nei primi due gradi del procedimento (al Tribunale di Aosta e in Corte d’Appello a Torino), stabilendo il ritorno dinanzi ad altri giudici di secondo grado.

La Suprema Corte aveva riscontrato carenze motivazionali riguardanti, in particolare, il collegamento della “locale” aostana con la “casa-madre” calabrese e di alcuni elementi distintivi delle “particelle” mafiose, come la capacità d’intimidazione. Per i giudici dell’“appello bis”, in 375 pagine di motivazioni alla sentenza, sono emerse “vicende che provano la capacità di controllo del territorio e di imposizione di regole e condotte su altri soggetti, influendo e ingerendosi, attraverso tali metodi, nella vita economica e politica della Regione Valle d’Aosta”.

Il rito abbreviato del processo Geenna era giunto a giudizio definitivo nell’aprile 2023 certificando l’esistenza della “locale” aostana, con le condanne delle quattro persone accusate di avervi partecipato.

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