La “locale” di ‘ndrangheta di San Giorgio Morgeto, per il Tribunale di Palmi, esisteva. Fatto attestato con diverse condanne nel processo “Altanum”, chiusosi il 20 giugno 2022. Per la seconda sezione penale della Corte d’appello di Reggio Calabria, però, le prove emerse in dibattimento non sono sufficienti a sorreggere il giudizio di colpevolezza e, al termine dell’udienza di ieri, mercoledì 8 maggio, ha completamente rovesciato la pronuncia iniziale. Il processo era nato da un’inchiesta della Dda di Reggio Calabria e dei Carabinieri su frizioni tra due cellule della criminalità organizzata calabrese, con proiezioni in varie regioni d’Italia, Valle d’Aosta inclusa.
Sono così stati assolti “perché il fatto non sussiste”: Mario Gaetano Agostino (ritenuto dagli inquirenti capo della “locale” e condannato a Palmi a 16 anni e 6 mesi); Michele Raso (indicato dall’inchiesta come colui che gestiva “le comunicazioni tra gli appartenenti” al sodalizio attivi in Calabria e “quelli operativi in Valle d’Aosta”, cui in primo grado erano stati inflitti 13 anni e 6 mesi), Giorgio Raffa, Raffaele Sorbara e Tommaso Fazari (12 anni ognuno al termine del precedente processo). Tutti erano accusati di appartenere all’associazione mafiosa.
Per un altro imputato, Giuseppe Facchineri, già assolto “per non aver commesso il fatto” dall’accusa di associazione di tipo mafioso, ma condannato a Palmi per due reati fine – un’estorsione (4 anni e 6 mesi) e un furto (2 anni 2 mesi e 20 giorni) – la Corte d’Appello di Reggio Calabria ha dichiarato il “non doversi procedere” per un’imputazione e l’estinzione del reato per prescrizione per l’altra. La sentenza di ieri dispone anche la scarcerazione di Agostino, Raso, Raffa, Sorbara, Fazari e Facchineri. Cancellati pure i risarcimenti alle parti civili stabiliti con la precedente sentenza, tra i quali quello, da 10mila euro, a favore della Regione Autonoma Valle d’Aosta. Le motivazioni della sentenza sono attese entro 90 giorni.
“Altanum”, che nel blitz di Carabinieri e Dda del luglio 2019 aveva visto anche tre arresti in Valle, ha avuto anche un ramo processuale celebrato con rito abbreviato. Ha avuto esito opposto (al momento) di quello andato a dibattimento ordinario. E’ infatti quello in cui sono stati condannati definitivamente Giuseppe Facchinieri (detto “Il professore”), Roberto Raffa e Giuseppe Chemi. Per loro, nel maggio 2022, i giudici avevano riconosciuto la continuazione tra il reato contestato (l’appartenenza alla cosca Facchineri di Cittanova) e la tentata estorsione ai danni dei fratelli Tropiano della Edilsud (impegnata nella costruzione del parcheggio pluripiano “Parini” di Aosta) per cui i tre erano stati condannati in via definitiva, ad ottobre 2013, nel processo “Tempus Venit”.
La pena a carico dei tre, però, va rideterminata (per i supremi giudici non si può più applicare il trattamento più severo in vigore dopo il 2015 e la sentenza in appello fa risalire le condotte che costituirebbero il reato associativo al dicembre 2012) ed è quanto la Corte di Cassazione, nello scorso dicembre, ha demandato a una nuova sezione della Corte di assise di appello di Reggio Calabria. In secondo grado le condanne erano state a 16 anni (Facchinieri), 10 anni e 8 mesi (Raffa) e 7 anni e 10 mesi (Chemi).