‘Ndrangheta, la lite tra due cosche per dominare in Valle porta a 13 arresti

L’operazione “Altanum” della Dda di Reggio Calabria e dei Carabinieri ha colpito la “locale” di San Giorgio Morgeto e il clan Facchineri di Cittanova. L’inchiesta basata su una più ampia “rilettura” delle evidenze dell’indagine “Tempus Venit”.
Fotogramma da video arresti carabinieri
Cronaca

Sono il 43enne Roberto Raffa, di Taurianova, il 42enne Vincenzo Raffa di San Giorgio Morgeto e il 66enne Vincenzo Raso, sempre di San Giorgio, gli arrestati in Valle d’Aosta nell’ambito dell’operazione “Altanum” della Dda e dei Carabinieri di Reggio Calabria, scattata alle prime ore di oggi, mercoledì 17 luglio, tra la Calabria, la provincia di Bologna e la nostra regione. L’ordinanza di custodia cautelare del Tribunale reggino, richiesta dalla Procura distrettuale diretta da Giovanni Bombardieri, ha fatto finire in manette tredici persone, ritenute affiliate alla ‘ndrangheta ed ora accusate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso.

L’attività investigativa è stata avviata dai militari della Compagnia di Taurianova, a seguito delle risultanze di un’indagine del 2010, che aveva sancito l’esistenza a San Giorgio Morgeto di una “locale”. “Rileggendo” le evidenze probatorie acquisite all’epoca, i reparti dell’Arma hanno documentato l’operatività della cosca Facchineri di Cittanova e della “locale” già menzionata. In particolare, è stato messo a fuoco il ruolo dei rispettivi sodali: per la prima, Roberto Raffa, considerato “basista” in Valle e cognato dei Facchineri; per la seconda, i fratelli Vincenzo e Michele Raso, considerati da tempo punto di riferimento della locale tra le montagne.

Gli inquirenti sottolineano, oltre al penetrante controllo del territorio esercitato dalle due cosche e i relativi interessi illeciti in Calabria, “la proiezione delle due consorterie nel territorio valdostano, ove risultano risiedere svariati soggetti originari di San Giorgio Morgeto, risultati collegati con alcuni degli odierni indagati”. Inoltre, l’accento viene posto sulla “disponibilità, in capo ad entrambi i sodalizi, di armi e munizioni, funzionali all’imposizione della volontà mafiosa attraverso il sistematico ricorso a minacce, estorsioni e danneggiamenti”.

Le indagini hanno documentato la “fibrillazione” generata nel 2011 tra i due clan, determinati a mantenere il predominio nel territorio del comune calabrese, nell’ambito della quale era maturato l’omicidio di Salvatore Raso, esponente della locale sangiorgese ucciso il 16 settembre 2011. Alla base dell’agguato, hanno ricostruito dai Carabinieri, vi erano i contrasti generati dall’azione estorsiva tentata nei confronti di due imprenditori operanti in Valle d’Aosta (Giuseppe Tropiano e Luigi Monteleone), ma originari di San Giorgio, promossa da esponenti dei Facchineri.

Parliamo dei fatti oggetto dell’inchiesta della Procura di Aosta e della Dda di Torino “Tempus Venit”, che ha condotto alle condanne definitive di Giuseppe Facchinieri (59 anni, detto “il professore” e considerato a capo dell’omonima cosca), Giuseppe Chemi (59) e dello stesso Roberto Raffa, tutti destinatari del provvedimento di oggi. Per gli inquirenti, successivamente al tentativo di estorsione (tramite atti intimidatori e lettere minatorie), uno degli imprenditori vittime si era rivolto ai fratelli Michele, Salvatore e Vincenzo Raso, cui aveva richiesto aiuto per le pretese dei Facchineri.

Proprio il conseguente intervento li ha posti in netto contrasto con Giuseppe Facchineri e i suoi sodali, gettando le premesse per l’omicidio di Salvatore Raso. L’esito delle investigazioni condotte dai Carabinieri di Taurianova, compendiate dalle indagini svolte al tempo, ha consentito quindi “una più approfondita chiave di lettura della vicenda estorsiva, collocandola nel contesto mafioso”. I fatti sarebbero stati volti, da un canto, a far conseguire ai Facchineri il vantaggio economico dell’estorsione e, dall’altra, ad affermare un principio.

Quello secondo cui, spiega la Dda di Reggio Calabria, “pur operando in altra regione d’Italia, le attività economiche condotte da soggetti originari del sangiorgese devono dare conto alla famiglia mafiosa predominante nell’area di provenienza”, ritenuta nella fattispecie quella dei Facchineri. Infine, nel delineare i ruoli dei singoli indagati nell’ambito della locale di San Giorgio e le dinamiche interne al sodalizio, gli inquirenti osservano “l’attualità dei collegamenti fra questi e alcuni affiliati alla locale di ‘ndrangheta operativa in Valle d’Aosta”, circostanza che “si salda coerentemente con i recenti esiti dell’indagine ‘Geenna’”, che vede tra gli arrestati lo scorso 23 gennaio alcuni originari del comune calabrese.

Per gli arresti in Valle scattati oggi sono stati impegnati una trentina di Carabinieri del Gruppo Aosta. Gli altri arrestati nell’operazione “Altanum” sono: Vincenzo Facchinieri (52, Cittanova), Giuseppe Facchineri (49, Cittanova, omonimo dell’altro arrestato), Giorgio Raffa (49, San Giorgio Morgeto), Michele Raso (57 di San Giorgio Morgeto), Tommaso Fazari (58, San Giorgio Morgeto), Giuliano Sorbara (46, San Giorgio Morgeto), Raffaele Sorbara (49, San Giorgio Morgeto), Mario Gaetano Agostino (75, Carpanzano, agli arresti domiciliari).

Fotogramma da video arresti carabinieri
Fotogramma da video arresti carabinieri

0 risposte

  1. Belle personcine questi calabresi. Proprio una fortuna averne cosi’ tanti in valle e cosi’ ben piazzati a livello politico

  2. Complimenti.. sicuramente e sbagliato generalizzare ma non mi stupirei se i personaggi citati nell”articolo facessero parte del comitato che organizza la mega festa dei calabresi. Evviva la tarantella ..mah

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