Nuova archiviazione, il “cold case” di Saint-Christophe ancora irrisolto

28 Marzo 2023

Per la seconda volta, nel giro di dodici anni, resta senza soluzione l’omicidio di Giuliano Gilardi, pensionato trovato ucciso a coltellate il 27 dicembre 2011 nella sua casa di Saint-Christophe. Il Gip Giuseppe Colazingari ha infatti disposto, all’inizio di questo mese, l’archiviazione del fascicolo riaperto dalla Procura nell’aprile 2021. Tale esito era stato richiesto dagli stessi pm titolari dell’inchiesta, Luca Ceccanti e Manlio D’Ambrosi, lo scorso novembre, ritenendo insufficienti gli elementi raccolti per sostenere a processo l’accusa di omicidio aggravato in concorso.

Quattro persone erano state poste sotto indagine. Si tratta dell’operaio edile Salvatore Agostino, della donna allora vicina al pensionato accoltellato, Cinzia Guizzetti (già al centro dell’indagine all’epoca dei fatti, archiviata nel 2014), del suo ex marito Armando Mammoliti, oltre al pregiudicato Domenico Mammoliti. Per tutti vengono meno gli addebiti mossi. Le indagini erano ripartite sulla base di un’annotazione dei Carabinieri di Châtillon/Saint-Vincent, in cui erano ripresi elementi raccolti in via confidenziale dall’Arma.

Per il Gip, che nel disporre l’archiviazione richiama le conclusioni raggiunte dalla Procura, “la grande quantità di elementi raccolti nel corso delle indagini, le intercettazioni effettuate, le confidenze raccolte nel corso delle investigazioni non possono fondare un giudizio di colpevolezza dibattimentale”. Alle nuove iscrizioni nel registro degli indagati le difese avevano fatto fronte richiedendo un incidente probatorio, disposto dal Tribunale e svolto nel febbraio 2022.

In primo piano, l’avvocato Gianfranco Sapia, nel giorno dell’incidente probatorio.

Riguardava un accertamento tecnico sul Dna prelevato per l’esame su Salvatore Agostino, risultato compatibile con la sequenza estratta all’epoca dell’omicidio da un chewing-gum rinvenuto nei sopralluoghi degli inquirenti nell’abitazione della vittima. Per il Gip (e per la Procura) si tratta dell’“unico elemento investigativo degno di nota”, ma “detto elemento probatorio non appare sufficiente, rendendo definitamente impossibile affermare oltre ogni ragionevole dubbio che la morte di Gilardi Giuliano sia attribuibile anche solo ad alcuni degli indagati”.

Agostino si è sempre detto estraneo ai fatti. Al tempo dell’uccisione, il Dna sulla gomma da masticare era risultato appartenere ad un uomo e, nelle indagini seguite ai fatti, vennero eseguite 160 comparazioni, tra le quali quelle sui due Mammoliti, che si conclusero però con esito negativo. Dopo il risultato dell’accertamento tecnico, svolto dalla genetista Sarah Gino (e contestato dai difensori dell’operaio), la Procura aveva chiesto una proroga di sei mesi delle indagini.

Dalle ricostruzioni in quelle settimane non erano emersi – come il suo difensore Giacomo Francini aveva sottolineato, gli elementi che nella visione inquirente collegavano Guizzetti ai tre nuovi indagati, né era affiorato alcunché sul nuovo possibile movente a carico della donna. Senza riscontri sulla nuova tesi, dopo una richiesta di proroga di sei mesi dell’inchiesta, l’istanza di archiviazione era arrivata sulla scrivania del Gip, che l’ha accolta poche settimane fa

Al centro, l’avvocato Giacomo Francini.

La difesa di Salvatore Agostino, gli avvocati Gianfranco Sapia e Giuseppe Gallizzi, esprime soddisfazione per l’archiviazione del procedimento. “L’essere stato sottoposto alle indagini per un delitto tanto grave – sottolineano i due legali – è stata un’esperienza difficile e dura per il nostro assistito che, pur emotivamente scosso e turbato, ha sempre sostenuto la propria innocenza e manifestato fiducia e rispetto  per il lavoro della magistratura”.

“L’archiviazione del procedimento – continuano gli avvocati Sapia e Gallizzi – costituisce un grande sollievo per il sig. Agostino Salvatore e conferma definitivamente la sua estraneità al delitto ponendo finalmente termine ad una vicenda dolorosa che ha inevitabilmente impattato sulla serenità personale e la vita sociale e familiare del nostro cliente”.

I parenti di Gilardi, ex operaio “Cogne” con la passione per il calcio e le moto, rappresentati dall’avvocato Nilo Rebecchi in qualità di persone offese dal crimine perpetrato, dinanzi alla richiesta di archiviazione della Procura, non hanno scelto di opporsi all’istanza dei pubblici ministeri e il Gip (che in quel caso avrebbe dovuto convocare un’udienza) ha assunto la sua decisione.

I sopralluoghi all’abitazione di Gilardi, nel 2011.
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