“O torni con me, o mando il video osé ai tuoi figli”: 52enne condannato per revenge porn

Il giudice Tornatore ha inflitto 14 mesi di reclusione ad un eporediese, accusato di stalking e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. Si tratta del primo processo a giungere a sentenza ad Aosta per quest’ultima accusa.
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Cronaca

Un anno e due mesi di reclusione. Si tratta della condanna inflitta oggi, mercoledì 29 giugno, dal giudice monocratico Marco Tornatore ad un 52enne eporediese, al termine del primo processo a giungere a sentenza al Tribunale di Aosta per “revenge porn”. L’imputato, oltre alla diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, doveva rispondere di stalking. I fatti risalgono alla fine del 2021, quando l’uomo aveva intrattenuto una relazione con una donna sposata residente in Valle.

Secondo l’accusa, nel momento in cui era stato lasciato, il 52enne aveva reagito dapprima, nel novembre 2021, con una serie di condotte persecutorie, tra le quali messaggi ed appostamenti nei pressi dell’abitazione della ex amante. A questi atti, da quanto emerso dalle indagini coordinate dal pm Manlio D’Ambrosi, si era aggiunta, nel mese successivo, la minaccia di inviare foto e video “hot”, che la ritraevano intenta a fare il bagno, ai figli di lei, se non avesse accettato di riallacciare il rapporto.

Promessa mantenuta utilizzando un’applicazione di messaggeria, secondo gli inquirenti, dinanzi al rifiuto ricevuto. La Procura di Aosta aveva chiesto una condanna a 2 anni e 4 mesi, assieme a 9mila euro di multa. La sentenza, oltre alla pena detentiva, stabilisce altresì il risarcimento della donna, costituitasi parte civile nel processo, con 10mila euro. Non vedendo, inoltre, nell’imputato, segni concreti di ravvedimento (anche alla luce della condotta processuale), il giudice ha mantenuto a suo carico la misura del divieto di avvicinamento alla persona offesa.

In aula sono stati sentiti anche alcuni testimoni citati dall’uomo a giudizio in particolare relativamente all’imputazione di atti persecutori: hanno sostenuto che non si trattasse di comportamenti minacciosi, tesi che non ha però convinto il giudice. Le indagini erano state innescate dalla denuncia della donna, esasperata dalle condotte perpetrate dal 52enne. Il giudice Tornatore ha altresì attribuito all’imputato il versamento di 3.420 allo Stato per spese legali.

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