Oli e cibi esteri alle mense di scuole e ospedale, assolti gli imputati

Per il giudice, il legale rappresentante della Vivenda e il vice-direttore del centro cottura di Arnad, dove erano stati sequestrati degli alimenti, non sono colpevoli di frode continuata nelle pubbliche forniture. L’accusa aveva chiesto 8 mesi a testa.
Foto di archivio - Il centro cottura pasti di Arnad
Cronaca

Assolti. Si è chiuso così per entrambi gli imputati, nella mattinata di oggi, martedì 16 novembre, il primo grado del processo nato dal sequestro di alimenti operato dai Nas dei Carabinieri nel novembre 2019 nei locali di Arnad della “Vivenda Spa”. L’accusa era il concorso in frode continuata nelle pubbliche forniture, nei confronti del legale rappresentante dell’azienda, il 63enne Giorgio Federici, e del vice-direttore del centro di cottura della bassa Valle, il 42enne Simone Frassy. Per entrambi, il giudice monocratico Marco Tornatore ha sentenziato la non colpevolezza “perché il fatto non sussiste”.

Per i due, assistiti dagli avvocati Francesco Rotunno del foro di Bari e Marco Cavaillini di Aosta, il pm Luca Ceccanti aveva chiesto la condanna ad 8 mesi di reclusione, con la concessione delle attenuanti. Secondo gli accertamenti della Procura, tra il 2017 e il 2019 gli imputati avevano omesso di “garantire i servizi minimi a cui erano contrattualmente tenuti” nei confronti dell’Usl e del Comune di Aosta, di cui Vivenda era aggiudicataria del servizio mensa, fornendo “reiteratamente cibi, bevande e prodotti diversi da quelli previsti” dai capitolati dei due enti.

In particolare, anziché i prodotti italiani stabiliti per i pasti dell’ospedale e delle scuole comunali, sarebbero arrivati ai consumatori miele prodotto con miscele anche dell’Ungheria, mozzarelle a base di latte tedesco, latte di vari paesi dell’Unione europea, formaggio spalmabile originato da latte non nazionale e insiemi di oli provenienti da paesi comunitari. Stando alle indagini dell’Arma, i prodotti consegnati erano “di qualità e prezzo inferiore” rispetto agli alimenti indicati negli atti delle gare bandite per i servizi mensa.

Accuse che, nelle rispettive arringhe, le difese hanno confutato. I legali, al termine dell’udienza, si sono detti “contenti che il giudice abbia assolto” gli imputati e per aver “dimostrato che Vivenda aveva rispettato correttamente gli accordi contrattuali cercando di offrire il miglior servizio possibile”.

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