Operazione Geenna, altro diniego alla scarcerazione di Carcea

Il Tribunale del Riesame ha respinto la nuova istanza di arresti domiciliari per la donna, arrestata lo scorso 23 gennaio ed in cella da allora. I giudici: i temi difensivi ripropongono quelli della precedente impugnazione.
Monica Carcea
Cronaca

Ad oggi, ogni istanza mirata a far uscire dal carcere i coinvolti nell’operazione Geenna, sull’infiltrazione in Valle d’Aosta della ‘Ndrangheta, si è risolta in diniego. Dopo i plurimi respingimenti delle richieste dei difensori del consigliere regionale sospeso Marco Sorbara, è la volta di Monica Carcea, ex assessore di Saint-Pierre arrestata lo scorso 23 gennaio nel blitz scattato all’alba, di incassare un nuovo “no” alla domanda di arresti domiciliari.

A pronunciarlo è stato il Tribunale del Riesame di Torino, che ha respinto l’appello contro la decisione assunta dal Gip a seguito dell’interrogatorio della donna con il pm Stefano Castellani. Secondo i giudici, i motivi di impugnazione proposti nella nuova istanza costituiscono una riproposizione del riesame già intentato da Carcea contro l’ordinanza che l’aveva fatta finire in cella (con pronunciamento negativo risalente allo scorso febbraio).

Ad assistere Carcea, accusata di concorso esterno in associazione mafiosa, è l’avvocato aostano Claudio Soro. Tra i temi dell’istanza di sostituzione della detenzione in carcere con quella domiciliare, vi erano la condizione familiare della donna (madre di figli piccoli) e il fatto che si fosse dimessa da amministratore comunale dopo l’arresto. Le indagini sono affidate ai Carabinieri del Gruppo Aosta, sotto l’egida della Direzione Distrettuale Antimafia di Torino.

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