Post sui migranti, Andrea Manfrin sospeso per tre mesi dall’Ordine dei giornalisti

Il capogruppo leghista in Consiglio Valle avrebbe utilizzato, su Facebook, il termine “clandestino” riferito a persone richiedenti protezione internazionale. Il consigliere ritiene invece il provvedimento "viziato in origine", e annuncia il ricorso.
Consiglio regionale Andrea Manfrin
Cronaca

Avrebbe utilizzato, in un post su Facebook, il termine “clandestino” riferito a persone richiedenti protezione internazionale.

Per questo motivo il capogruppo in Consiglio Valle della Lega Vallée d’Aoste, nonché giornalista pubblicista, Andrea Manfrin è stato sospeso per tre mesi dall’esercizio della professione giornalistica per decisione del Consiglio di disciplina territoriale dell’Ordine dei Giornalisti della Valle d’Aosta.

Una violazione deontologica – si apprende dall’Ansa –, che stando dall’organismo disciplinare si riferisce, tra l’altro, alla Carta di Roma, recepita dal Testo unico dei doveri del giornalista, secondo cui un giornalista “nei confronti delle persone straniere adotta termini giuridicamente appropriati” evitando “la diffusione di informazioni imprecise, sommarie o distorte riguardo a richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti”.

Sempre all’Ansa Manfrin ha spiegato di aver “preso visione delle contestazioni a mio carico soltanto con l’atto di comunicazione della sospensione” ma di ritenere il provvedimento “viziato in origine”. Da qui la decisione di impugnarlo: “Ricorrerò avverso a questo procedimento“.

Per il capogruppo leghista si tratta della seconda sanzione disciplinare. Nel luglio del 2017, infatti, era stato sospeso per due mesi dall’Ordine dopo la pubblicazione su Facebook di un post in cui definiva “risorsa boldriniana” un uomo di colore residente in Valle d’Aosta che guidava un hoverboard.

Vicenda che poi ha avuto uno strascico legale, con la richiesta di archiviazione del fascicolo da parte della pm Menichetti perché il post incriminato esprimeva una critica di natura politica.

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