Pressioni e promesse per i voti, chiusa indagine su Avati

Il pm Ceccanti contesta la corruzione elettorale al 53enne di Saint-Vincent candidato, alle elezioni regionali del 2018, per l’Union Valdôtaine. In alcune intercettazioni dei Carabinieri, anche la terna “consigliata”.
Domenico Avati
Cronaca

Alle regionali del maggio 2018, secondo la Procura della Repubblica di Aosta, ai colori delle varie liste in corsa per il rinnovo del Consiglio Valle si sono aggiunti quelli, ben più opachi, della corruzione elettorale. Il pm Luca Ceccanti, chiuse le indagini condotte dai Carabinieri della Compagnia di Châtillon/Saint-Vincent, la contesta al 53enne Domenico Avati, residente a Saint-Vincent, dipendente del Casinò e all’epoca candidato per l’Union Valdôtaine. Il risultato emerso dalle urne lo vide terzo dei non eletti, con 815 voti.

Secondo gli inquirenti, l’uomo, nel periodo della competizione elettorale, avrebbe esercitato pressioni, ed effettuato promesse di vantaggi legati a future assunzioni o progressioni di carriera per ottenere voti, ad una serie di dipendenti della Casa da gioco non identificati. In base alle intercettazioni di colloqui tra altre persone, svolte nell’ambito di una diversa indagine, la terna oggetto delle pressioni era formata, oltre che da Avati, dall’ex presidente della Regione Augusto Rollandin e dall’attuale assessore alla Sanità Mauro Baccega.

All’indomani dell’appuntamento elettorale, il 28 maggio 2018, i militari avevano perquisito casa e il luogo di lavoro dell’indagato, prelevando rubriche, appunti e diverso materiale informatico. Il binomio tra “Mimmo” Avati e la Casa da gioco era emerso, quale investigativamente meritevole di approfondimento, nell’ambito dell’inchiesta della Procura sull’associazione a delinquere di cui sono accusati l’ex presidente Rollandin, l’imprenditore alimentare Gerardo Cuomo e il già manager di Finaosta Gabriele Accornero.

Le contestazioni mosse ad Avati, assistito dagli avvocati Corinne Margueret e Alessandra Fanizzi, sono due (una legata al presunto esercizio di pressioni, l’altra alle supposte promesse) entrambe previste dal testo unico sulle leggi elettorali. Chiuse le indagini preliminari, l’indagato può depositare memorie, chiedere di essere sentito, oppure di effettuare altri atti d’inchiesta. Quindi, il pm valuterà, sulla base dei nuovi elementi eventualmente prodotti, la richiesta al Gup di rinvio a giudizio, o di archiviazione del fascicolo.

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