Tutti assolti, al termine dell’udienza di oggi, mercoledì 13 aprile, i quattro imputati del processo al Tribunale di Aosta nato dall’inchiesta sull’affidamento e la gestione del servizio di taxi-bus per studenti delle frazioni alte del Comune di Saint-Pierre, tra il 2017 e il 2020.
L’assoluzione “perché il fatto non sussiste” è stata pronunciata dal Gup Davide Paladino per l’imprenditore Patrick Parléaz (36 anni, di Saint-Pierre), per altri due rappresentanti di aziende del settore Gabriele Sanlorenzo (44, Courmayeur) e Salvatore Addario (50, Aosta, ex presidente della Confederazione Nazionale Artigianato della Valle d’Aosta), nonché per il segretario comunale Osvaldo Chabod (60, Gressan).
Nel processo, svoltosi con rito abbreviato, il pm Luca Ceccanti aveva chiesto quattro condanne, sollecitando pene tra gli 8 mesi e l’anno e 2 mesi di reclusione. Gli imputati erano chiamati a rispondere, a vario titolo, di concorso in abuso di ufficio e di violazione della legge sulle misure antimafia. Lo scorso 22 marzo, dopo la requisitoria dell’accusa, le difese degli imputati avevano tenuto le loro arringhe, chiedendo il proscioglimento dei rispettivi assistiti. Quindi il rinvio ad oggi, quando dopo la camera di consiglio il giudice ha letto la sentenza.
Il contratto al centro delle indagini
Con l’impresa omonima, Parleaz era subentrato nel servizio, a metà 2017, alla “Passengers Transport” di Addario. Per gli inquirenti, però, quel contratto era viziato da più violazioni di legge, essendo stato disposto in via d’urgenza (senza che ne ricorresse il presupposto obbligatorio), non in forma scritta (sempre prevista nei casi delle pubbliche amministrazioni) e in assenza della stipula e della produzione al Comune, da parte dell’aggiudicatario, delle polizze assicurative in grado di coprire i rischi legati all’esecuzione.
Condotte che, nella tesi d’accusa, integravano l’ipotesi di abuso d’ufficio, rivolta a Chabod e Parléaz, sicché il primo (nella veste di segretario comunale, quindi di pubblico ufficiale) avrebbe procurato all’imprenditore un “ingiusto vantaggio patrimoniale”, consistito nell’inizio e nella prosecuzione dell’assegnazione. L’imputazione di aver violato le norme sulle misure di prevenzione antimafia era invece mossa, in concorso tra loro, ai tre titolari di aziende di noleggio. In particolare, Parleaz e Sanlorenzo dovranno rispondere di aver “subappaltato” il servizio loro appaltato dal Comune, ad Addario, che lo avrebbe esercitato con mezzi propri.
Il “subappalto” emerso in Geenna
Tale accusa riguardava un episodio già emerso nell’estate 2020 durante il processo Geenna al Tribunale di Aosta, su infiltrazioni di ‘ndrangheta in Valle. Il servizio di taxi-bus scolastico era infatti uno dei temi centrali nell’indagine coordinata dalla Dda torinese: l’ipotesi inquirente era che la “locale” attiva in Valle avesse “sollecitato” l’allora assessore comunale alle finanze Monica Carcea (condannata in primo grado a 10 anni di reclusione, diventati 7 al termine del processo d’appello, per concorso esterno nell’associazione) affinché agisse per mantenerlo alla “Passengers Transport” di Addario, cognato del ristoratore Antonio Raso (cui sono andati 7 anni per associazione di tipo mafioso in secondo grado).
Deponendo in aula su quei fatti (in particolare, sulle due proroghe disposte al servizio, dopo l’assegnazione con appalto a fine 2014), Chabod aveva riferito di un controllo attuato nel settembre 2019 dalla Polizia locale (a seguito delle “osservazioni” della commissione di accesso antimafia, al tempo in Municipio, ove la gestione straordinaria è agli sgoccioli, con l’indizione delle elezioni per maggio), conclusosi trovando alla guida del mezzo “un soggetto non autorizzato, Salvatore Addario. Il bus, inoltre, non aveva revisione ed assicurazione”. A seguito di quei fatti, il trasporto degli alunni venne revocato a Parleaz, per affidarlo a Sanlorenzo, senza che però – secondo la Procura – il “subappalto” avesse fine.
Parleaz, testimoniando a sua volta, aveva detto di essere “caduto dal pero”, non appena appreso del controllo allo scuolabus, perché “che il referente di categoria” per la Cna “vada in giro con l’assicurazione scaduta da tre, quattro mesi…”. Sebbene a denti stretti, incalzato da pm e giudici, aveva anche confermato che Addario si era fatto avanti con lui per “continuare” nel servizio di taxi-bus (nonostante non avesse nemmeno partecipato alla gara di riassegnazione), dicendogli: “ci sono quando hai bisogno, se riesci magari qualcosa in più”. Su tale circostanza si era espresso anche l’ex assessore comunale alla pubblica istruzione Alessandro Fontanelle, raccontando che Parleaz “mi telefonò dicendomi che c’era Addario che voleva fare il servizio” ed “era turbato”.
Già archiviate le ipotesi di falso
Nel fascicolo aperto dalla Procura di Aosta sugli episodi al centro dei rilievi della commissione di accesso a Saint-Pierre rientrava anche un altro filone d’indagini, relativo all’iter di rilascio di un permesso di soggiorno. Chiuse le indagini preliminari, a metà dello scorso dicembre, erano stati ipotizzati il falso materiale e ideologico in atti pubblici nei confronti di una dipendente comunale, ma per la sua posizione il pm Ceccanti aveva poi avanzato richiesta di archiviazione delle contestazioni. Oggi, la conclusione del primo grado processuale per chi era andato a giudizio, con l’assoluzione di tutti gli imputati.