Era iniziato oltre un anno fa per danneggiamenti aggravati da minacce, ma le testimonianze sentite in aula avevano fatto emergere uno scenario di maggiore gravità e, dopo la rivalutazione delle accuse da parte della Procura (con l’aggiunta dell’imputazione di atti persecutori), il processo a Ciriaco Di Giorno, 46 anni, titolare di un locale pubblico ad Aosta, è ripreso ieri, martedì 16 febbraio. Il giudice monocratico Marco Tornatore lo ha condannato ad 8 mesi di reclusione, sospendendo inoltre la condizionale accordata all’uomo in occasione di una precedente sentenza.
L’accusa, rappresentata in aula dal viceprocuratore onorario Cinzia Virota, aveva chiesto di infliggere all’imputato un anno e tre mesi di carcere. Gli episodi dai quali è nato il procedimento si verificano nel 2017. Tra Di Giorno e un condomino dello stabile in cui si trova il locale nasce un contraddittorio sui parcheggi del cortile interno, su cui affaccia il retro del bar. Secondo quanto testimoniato dalla persona offesa, l’imputato una volta gli ha spaccato uno specchietto dell’auto con un oggetto contundente e, in altre occasioni, lo ha minacciato, anche di morte, pure brandendo un coltello.
Condotte che accendono – era continuata la deposizione – uno stato d’ansia nel condomino, che si riverbera in insonnia e nella necessità di rivolgersi a un dottore per il turbamento dato dal timore di incrociare il commerciante al momento di uscire di casa. Una condizione che il figlio della parte offesa aveva confermato in aula, sottolineando l’ansia notata nel padre e riferendo di aver subito minacce, a sua volta, da Di Giorno un giorno che si era recato a trovare i genitori. Un altro testimone aveva poi detto di aver assistito alla rottura dello specchietto. In aula, nell’udienza di ieri, sono sfilati anche alcuni testimoni citati dalla difesa.
Il condomino si era costituito parte civile con l’avvocato Davide Sciulli. Il giudice, nel sentenziare, ha stabilito che l’imputato dovrà risarcire i danni (da liquidare in separata sede) al condomino, disponendo inoltre una provvisionale immediatamente esecutiva di 7mila euro. La sentenza segna una delle prime volte in cui il Tribunale di Aosta afferma la colpevolezza per il reato di “stalking” (che trova il suo fondamento nel cagionare a chi lo subisce un “perdurante e grave stato di ansia o di paura”) un in un contesto diverso dalla burrascosa conclusione di una relazione sentimentale.