Truffatori in azione ieri ad Aosta, raggirata una donna: bottino di duemila euro e un orologio

La modalità è quella già vista in un episodio dello scorso dicembre: una telefonata annuncia un problema di salute di un congiunto, per il quale serve del denaro che “un incaricato” passerà a prendere poco dopo.
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Cronaca

Truffatori nuovamente in azione in Valle, nella giornata di ieri, lunedì 13 febbraio. Ad essere presa di mira, una donna sulla settantina che vive ad Aosta, nella zona ai confini con Sarre. A sconvolgere la pacifica quotidianità della signora, in mattinata, irrompe una telefonata. Dall’altro capo, una persona si qualifica come appartenente alle forze dell’ordine e dà l’annuncio che nessuna madre vorrebbe mai sentire: “Sua figlia ha avuto un incidente”.

Pausa. La donna cade, comprensibilmente, nel panico. La chiamata prosegue rassicurando sul fatto che la ragazza (di cui colui che ha contattato la donna conosceva effettivamente nome e luogo di residenza, suonando quindi, oltre che professionale, convincente) non è grave, ma “servono dei soldi per un’assicurazione”. La richiesta supera i tremila euro, che “passeremo tra poco a ritirare a casa sua”.

La donna, sposata ma purtroppo sola in quel momento, è spaventata e pensa esclusivamente al bene della giovane. Senza nemmeno provare a contattarla al cellulare, si mette alla ricerca del denaro. Quando il presunto incaricato suona alla porta, nel giro di una ventina di minuti, gli spiega di aver trovato soltanto poco più della metà della cifra, cioè duemila euro. La persona all’uscio ribatte che la somma è sufficiente, ma chiede alla donna se non abbia qualche prezioso, da lasciare “in pegno” per coprire la differenza. Oltre ai contanti, viene così consegnato anche un orologio.

Tempo di chiudere la porta, di iniziare a sperare che tutto si risolva per il meglio, e l’amara verità emerge: la storia era inventata, la figlia non aveva avuto alcun incidente e chi ha chiamato, e chi si è presentato alla porta, era un impostore. Alla signora, affranta per essere cascata in un tranello ordito con tanta maestria (e perfidia), non è rimasto che sporgere denuncia alla Polizia. Sul caso indaga la Squadra Mobile, che attribuisce particolare valore alla descrizione fornita dalla donna, essendo rimasta a contatto con il truffatore per diversi minuti.

Dalla Questura, nel comprensibile riserbo dovuto al fatto che l’episodio è accaduto da poco, si limitano a sottolineare l’esistenza di casi analoghi, con approfondimenti in corso sin da ieri mattina. Alla mente, per le modalità sostanzialmente identiche, ne torna in particolare uno, risalente allo scorso dicembre, in cui due persone, raggirarono una 83enne di Charvensod.

I Carabinieri, allertati da una familiare insospettitasi, riuscirono ad arrestare in flagranza di reato un uomo e una donna, entrambi trentunenni, residenti a Milano, mentre si allontanavano dal centro abitato dell’envers, con ancora in auto il denaro frutto del raggiro. Il Giudice per le Indagini Preliminari, convalidato il fermo, dispose la scarcerazione dei due, ponendo però a carico dell’uomo il divieto di dimora in Valle d’Aosta. La testimonianza della truffata di ieri diventa quindi l’elemento utile agli inquirenti per capire se si tratti di altri impostori, o se quella prescrizione non sia stata presa esattamente sul serio.

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