Nuova sentenza parziale, da parte della Sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Valle d’Aosta, nella causa sui contributi a fondo perduto erogati nel 2018 dalla Regione all’Association Régionale des Eleveurs Valdôtains. Con il pronunciamento depositato ieri, giovedì 4 dicembre, i magistrati contabili respingono l’istanza, avanzata da alcune difese nell’udienza dello scorso 26 marzo, di sospensione del giudizio, ma soprattutto definiscono in parte la questione.
In particolare, il collegio mette nero su bianco che un milione e 66mila euro di aiuti liquidati agli allevatori nell’anno oggetto di indagine non costituisce danno erariale. L’ipotesi della Procura contabile era che le erogazioni avvenissero in violazione del regolamento europeo del 2014, che dichiara compatibili con il mercato interno alcune misure nei settori agricoli, forestale e nelle zone rurali. In sostanza, che configurassero degli “aiuti di Stato”.
Per i giudici, quella somma è in realtà riconducibile al regime “de minimis”, previsto da un’altra norma comunitaria e, in quanto tale, esente dalla procedura preventiva di notificazione alla Commissione europea. Altrettanto escluso dall’ipotesi di danno è un importo di oltre 60mila euro, relativo a spese per organizzazione di concorsi e rassegne zootecniche da parte dell’Arer.
L’ammontare danno erariale inizialmente contestato dal procuratore Qurino Lorelli, pari a 3.999.787,42 euro, scende così a 2.872.192,20 euro. La quota corrisponde ai “premi genetici” corrisposti dalla Regione agli allevatori per il 2018, tramite l’Arev. Questa misura, secondo i giudici, non risponde al regolamento di esenzione dalla procedura di verifica della Commissione europea. La valutazione su questo aspetto, prosegue il Collegio, compete tuttavia alla Commissione stessa ed ecco che, con una separata ordinanza della Sezione giurisdizionale, è proprio questo organismo a venire investito della questione.
I giudici richiedono infatti alla Commissione di dire se i “premi genetici” erogati in Valle rappresentino “un aiuto di Stato”, o se possano ritenersi compatibili con il mercato interno. Per la decisione, alla Commissione vengono trasmesse tutte le sentenze e le ordinanze che si sono susseguite nel corso del giudizio. Nell’attesa del parere di Bruxelles, la Corte dei conti fissa, per il prosieguo della causa, un’udienza per il 25 marzo 2026.
A giudizio ci sono i tredici amministratori regionali che, all’epoca, adottarono le due delibere relative agli aiuti (i componenti delle giunte presiedute, all’epoca, prima da Laurent Viérin e poi da Nicoletta Spelgatti) e i tre dirigenti che le curarono (assieme ad altri atti del ciclo amministrativo): Cristoforo Cugnod, Fabrizio Savoye e Patrizia Mauro.
