Nel 58enne imputato di violenza sessuale sull’uomo da cui affittava una casa in un comune valdostano non sono stati rilevati disturbi psichici di rilevanza, tali da inficiare la sua capacità di sostenere il processo.
È l’esito della perizia disposta dal Tribunale, illustrato nell’udienza di oggi, mercoledì 24 settembre, dallo psichiatra Francesco Cargioli, in servizio all’Usl della Valle D’Aosta.
L’accertamento è stato effettuato attraverso l’acquisizione di documentazione medica, somministrazione di test psico-diagnostici all’imputato e una valutazione finale. Alla stessa conclusione ha aderito il consulente tecnico nominato dalla parte civile.
Il collegio – presieduto da Giuseppe Colazingari e con giudici a latere Marco Tornatore e Maurizio D’Abrusco – ha rinviato quindi, per la prosecuzione del processo, all’udienza del prossimo 12 novembre.
Secondo le indagini dei Carabinieri, l’imputato – trasferitosi in Valle nel giugno 2023 – avrebbe costretto l’uomo da cui affittava un’abitazione a subire atti sessuali, con vessazioni di vario genere e la minacciò di diffondere i video degli stessi.
Nell’indagine dei Carabinieri, la minaccia era motivata dalla volontà di disporre dell’alloggio senza pagare. L’imputato ha sostenuto si trattasse di rapporti liberi e consenzienti. L’accusa è rappresentata dal pm Manlio D’Ambrosi.
Violenze sul padrone di casa, disposta perizia psichiatrica sull’imputato
14 maggio 2025
Sarà una perizia psichiatrica a dover stabilire se il 58enne di Caltanissetta accusato di violenze sessuali sul suo padrone di casa, durante un periodo di residenza in Valle d’Aosta nel 2023, era capace di intendere e di volere all’epoca dei fatti. A disporla, il Tribunale in composizione collegiale (presidente Giuseppe Colazingari, giudici a latere Marco Tornatore e Maurizio D’Abrusco), nella seconda udienza del processo, iniziato lo scorso 26 marzo.
Per l’esame è stato individuato il perito Francesco Cargiuoli, che sarà incaricato il prossimo 4 giugno: dovrà determinare, oltre alla sua capacità di intendere e di volere, se l’imputato sia in grado di partecipare al processo e, qualora incapace, se sia pericoloso socialmente. La richiesta di perizia è stata avanzata dal difensore del 58enne, l’avvocato Massimiliano Bellini, e vi si è associato il pm Manlio D’Ambrosi. Ad opporsi era stata invece l’avvocata di parte civile, che rappresenta l’uomo che ha denunciato gli abusi.
Durante l’udienza di oggi è stata anche ascoltata la testimonianza della psicologa e psicoterapeuta Angela Valdarnini, consulente nominato dalla difesa dell’imputato. Stando alla sua diagnosi, l’uomo a giudizio soffre “di un disturbo a prevalente manifestazione psicotica di tipo delirante”, che “non compromette il funzionamento di tipo sociale della persona, ma è caratterizzato da deliri che hanno un aspetto persecutorio” e che si concretizza nella “convinzione di essere al centro di un complotto e quindi che ci sia dietro tutto un piano per sabotarlo, mettergli i bastoni tra le ruote e questo crea degli agiti di difesa”.
Subito prima, aveva reso delle dichiarazioni spontanee l’imputato, ribadendo che “i rapporti erano più che consenzienti. Io non l’ho mai costretto a fare niente e lui sapeva delle telecamere” installate nell’abitazione dall’affittuario, dalle quali – dopo la denuncia ricevuta – i Carabinieri hanno ricavato i filmati che hanno condotto alle accuse all’uomo.
Il 58enne siciliano ha anche raccontato di aver conosciuto il padrone di casa nel 2018, quando soggiornava, in affitto, nella mansarda della sua abitazione, solo per il periodo natalizio. Un affitto per vacanze che si è ripetuto negli anni fino al 2023, quando poi è stata affittata l’altra abitazione, dall’inizio dell’estate. L’imputato era stato arrestato lo scorso marzo, assieme alla moglie, poi la donna si era tolta la vita in carcere.

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Strana vicenda