Passa anche da Parigi e da Anversa un piccolo pezzo della storia di Issime. A collegare la piccola comunità walser della Valle di Gressoney con le due grandi città del Nord Europa fu Francesco Biondi, il pittore autore nel 1698 del Giudizio Universale della facciata della chiesa di San Giacomo, una delle più belle chiese dell’arco alpino, dichiarata monumento nazionale.
A svelare la storia di come nacquero gli affreschi di Issime è stata nei mesi scorsi la storica dell’arte Sandra Barberi, incaricata dall’Associazione Augusta di tenere una conferenza in occasione di uno degli eventi organizzati per celebrare i 700 anni dalla nascita di Dante.
Studiando e cercando Barberi ha scoperto come ad ispirare Biondi fosse stato un quadro conservato al Louvre di Jean Cousin del 1585, da cui Pieter de Jode il Vecchio, un incisore di Anversa, aveva ricavato dodici stampe.
“Le 12 stampe, facilmente trasportabili arrivarono ad Issime, dove Biondi le adattò alla realtà locale, con l’aggiunta dei santi più venerati nel paese e con il ritratto del committente, il parroco Jean Praz” spiega Michele Musso, Presidente dell’Associazione Augusta “Una scoperta che ci ha entusiasmati”. Tanto che l’associazione si è messa subito alla ricerca di una delle stampe.
“Tramite conoscenze ne abbiamo scovata una presso un antiquario di Amsterdam, una ristampa di fine ‘600 dell’incisione di Pieter de Jode il Vecchio, (169 x 126,5 cm), in vendita al prezzo di 6.500 euro: una cifra non altissima, ma purtroppo al di sopra delle possibilità della nostra associazione”.
Da qui l’idea di lanciare una raccolta fondi per comprare l’opera, rara, e esporla nel museo d’arte sacra. “Non abbiamo voluto chiedere il sostegno dell’amministrazione regionale o comunale, perché secondo noi era importante che ci fosse una risposta da parte della comunità locale, che doveva diventare protagonista”.
Iniziata lo scorso 18 gennaio, in poco tempo, l’iniziativa ha visto arrivare offerte da residenti e non. “Siamo al 78,5% della raccolta, ci mancano circa 1400 euro”. Per concludere la raccolta fondi, in base agli accordi presi con l’antiquario, l’Associazione ha ancora due mesi a disposizione.
“Crediamo che quest’opera possa dare un valore aggiunto alla Chiesa, che molti vengono a visitare anche per il suo grandioso altare barocco valsesiano della fine del XVII secolo, e al già ricco museo di arte sacra”.