Le scene di New York nel futuro di una giovane valdostana

07 Giugno 2019

Enrica Cortese ha 23 anni e una personalità decisamente fuori dal comune. La teatralità per lei non è mai stata una questione di sforzo, ma un’attitudine, una costante, un tratto della sua personalità. E di personalità ne ha da vendere, è qualcosa che si percepisce sentendola parlare e scherzare con gli amici. Il teatro per lei è un altro modo di vivere la vita e come spesso accade la vita riserva opportunità e sorprese incredibili: “Mi è stata assegnata una borsa di studio di 10 settimane per andare a studiare a New York all’Acting Studio il metodo Meisner. Dove mi porterà? A New York, di questo sono sicura” prima di New York però Enrica di strada e studio ne ha macinati, come lei stessa racconta: “Dopo il liceo non sapevo che fare, dove andare, anche se in cuor mio sapevo che volevo fare l’attrice, ma ho sempre pensato che fosse un’idea troppo lontana dalla realtà, come quando da piccoli ti chiedono cosa vuoi fare da grande e tu rispondi che vorresti andare sulla luna”. Nonostante la difficoltà evidente di crescere con meno possibilità di calcare scene teatrali di peso, la carta vincente di Enrica è stata quella di crederci senza dimenticare da dove si parte, ma sognando di poter arrivare ovunque.

“Grazie al gruppo di teatro organizzato dalla mia scuola, il liceo classico bilingue, all’ultimo anno, ho conosciuto Stefania Tagliaferri, regista della compagnia teatrale Palinodie che ha visto in me questa grande passione e propensione nei confronti della recitazione. Stefania ha passato con me l’estate a preparami per i provini per entrare nelle Accademie di recitazione più importanti d’Italia. Lei mi faceva da “spalla” nelle scene, siamo andate insieme a Milano, Roma e Venezia e alla fine sono stata presa all’accademia teatrale veneta“. In Veneto inizia seriamente il percorso della giovane di Sarre, che si diploma nel 2018 e ha l’opportunità, grazie a Palinodie, di partire per la Cina, a Shanghai, per portare in scena, al 9th Shanghai International Experimental Theatre Fetival, lo spettacolo “Ballad to Shakespeare”: “I tre anni in Accademia sono stati i più belli e i più duri della mia vita, almeno finora. Dopo l’Accademia ho girato tutti gli ostelli di Roma e di Milano per capire che strada prendere. Ho creato con due miei ex compagni di accademia, Giacomo Pedrotti e Alice Manzati, una piccola casa di produzione la Aries Production e abbiamo girato il nostro primo corto ” Zeitnot”, che è stato selezionato a diversi festival di cinema. Su consiglio della Film Commission Valle d’Aosta, ho inviato il cortometraggio al produttore valdostano Marcello Vai, della casa di produzione Moebius Film, che produrrà il nostro prossimo cortometraggio in novembre 2019″. 

Enrica è un fiume in piena di idee e progetti, tutti frutto della sua costanza, ma anche di una persona speciale che l’ha ispirata e guidata nel suo percorso: sua nonna Speranza, colei che in parte deve aver contribuito geneticamente alla presenza scenica della valdostana. “Mia nonna Speranza mi ha passato questa grande passione. Lei è stata un’attrice e si è trasferita appunto a New York da giovane per inseguire i suoi sogni. Era attrice di teatro e lavorava in radio, io ho passato gli anni del liceo a cercare di capirmi, mi piaceva il contatto umano, improvvisare situazioni e scene e anche essere al centro dell’attenzione, perché no!”.

Non è sempre semplice per l’attrice di Sarre, che ammette le difficoltà delle persone di realizzare che il teatro sia un vero lavoro e non solo un hobby: “Molte persone pensano che per recitare basti il talento, invece serve costanza, serve studio e soprattutto bisogna lavorare su se stessi e sul modo in cui si cambia. Spesso molte persone mi dicevano di fare l’università, oppure mi chiedevano quale fosse il lavoro che avrei voluto fare. Insomma, non è stato e non è facile”.

Eppure Enrica ce l’ha fatta e New York è solo il primo step, perché nell’immediato futuro non c’è tempo per fermarsi o lasciarsi sfuggire le occasioni. Un carattere forte e l’idea che il lavoro richieda attenzione e concentrazione sono altre due caratteristiche che definiscono la giovane, tratti anche forgiati dai suoi genitori, storici padroni di casa nel ristorante di famiglia, La Trattoria di campagna, dove, da decenni, turisti e valdostani conoscono la professionalità dei proprietari: “Vado a New York, è un’opportunità incredibile e mi ripaga di tanti sforzi, andrò a studiare il metodo Meisner. Questo metodo, come altri che ho studiato e provato, mi fa capire sempre di più che per me  recitare non significa ripetere battute a macchinetta o declamare un testo ma è riuscire a vivere realmente delle circostanze di un personaggio. A New York mi piacerebbe provare a fare casting e provini e, chissà, magari trovare un lavoro. Qui sto portando avanti un altro progetto parallelo: ad aprile sono stata presa, dopo un casting con diversi ragazzi da tutta Italia, al mio primo film, Making of love, un film che uscirà nelle sale nel 2020 e che parlerà di educazione sessuale e dell’abolizione delle etichette“.

Riguardo al teatro valdostano Enrica ha le idee chiare e sa benissimo che ruolo ha avuto la sua compagnia nella piccola rivoluzione in atto negli ambienti culturali locali: “Credo che Palinodie, grazie a Prove Generali che si è da poco conclusa, abbia portato un’aria nuova in Valle, un modo di fare teatro che è sempre mancato qui. Credo che in questi ultimi anni si stia sbloccando qualcosa, soprattutto per i giovani: vedo gruppi teatrali e soprattutto molti giovani che si lanciano nel cercare di portare avanti questa loro passione e per me è una cosa bellissima. Spero che la Regione dia più importanza in futuro al teatro e che dia la possibilità e l’opportunità di far capire ai ragazzi delle superiori che l’arte in generale può essere coltivata e che può diventare seriamente un lavoro. Rispetto ad altre realtà in cui soni stata, Venezia, Roma, Milano, Torino, siamo indietro anni luce per quanto riguarda i giovani, il teatro e il cinema ma vedo delle piccole finestrelle che si stanno aprendo”.

 

 

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