“The Families of Man”, oltre 50 grandi fotografi raccontano la contemporaneità al Museo archeologico

La mostra, che richiama la grande esposizione del '55 al MoMa di New York, aprirà sabato 29 maggio. Le opere compongono un grande affresco sulla contemporaneità degli ultimi trent’anni: dalla caduta del muro di Berlino fino alla pandemia, che ha iscritto il 2020 tra le date storiche dell’umanità.
Adrian Paci - Centro di permanenza temporanea - Courtesy l’artista, Peter Kilchmann Gallery, Zurigo, kaufmann, repetto, Milano, New York
Cultura

La data da segnare in calendario è sabato 29 maggio quando, a partire dalle 9, verrà aperta al pubblico, la mostra The Families of Man al Museo Archeologico Regionale di Piazza Roncas, ad Aosta.

A comunicarlo l’Assessorato ai Beni culturali. Il progetto espositivo, a cura di Elio Grazioli e Walter Guadagnini, vuole riflettere e raccontare i grandi temi dell’uomo e della società degli ultimi decenni.

L’indagine da cui muove l’esposizione ha dato vita nel corso degli anni a numerose letture: archetipo di tutte è la mostra fotografica The Family of Man ideata da Edward Steichen nel 1955, e allestita al MoMA di New York, il cui titolo è richiamato nel progetto di Aosta.

Presentata in piena guerra fredda e dopo la Seconda Guerra Mondiale, The Family of Man fece il punto su un’epoca di cambiamento e venne pensata per celebrare la dignità umana.

Il progetto attuale, invece, ideato in un periodo di inattesi mutamenti, rilegge l’impostazione originale della mostra in chiave esplicitamente sociale, a partire dagli eventi culturali, politici, tecnologici – in particolare quelli dal più alto valore simbolico – che hanno determinato la formazione del mondo di oggi.

L’esposizione al Mar, guardando a quel modello leggendario in un contesto storico e culturale radicalmente diverso, organizza la narrazione intorno a due assi portanti: quello cronologico (1989-2000, 2001-2019, 2020) e quello tematico (la fine della modernità, il mondo connesso, la pandemia), per dare vita a un racconto per immagini dei più significativi sviluppi della società tra fine Novecento e primi decenni del Duemila, a partire dal cambiamento dell’immagine dell’uomo e di ciò che lo circonda.

La narrazione fotografica in mostra

Le opere di oltre 50 fotografi italiani compongono un grande affresco sulla contemporaneità storica, sociale, economica, ambientale degli ultimi trent’anni: a partire dalla caduta del muro di Berlino fino agli eventi legati al fenomeno ancora in corso della pandemia, che ha iscritto il 2020 tra le date storiche dell’umanità.

La scelta di presentare solo autori italiani evidenzia la peculiare interpretazione che la nostra fotografia ha dato di accadimenti di portata universale, svelando il continuo dialogo tra identità e globalizzazione. In mostra si alternano fotografie di cronaca a fotografie di ricerca, comprendendo tutti i generi, così da restituire tanto il clima del periodo quanto l’evoluzione del linguaggio fotografico, legato anche agli sviluppi tecnologici oltre che alla società che i fotografi vivono, descrivono e interpretano.

I fotografi

Tanti i nomi importanti, tra gli scatti in mostra al Museo Archeologico: Marina Ballo Charmet, Gian Paolo Barbieri, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Letizia Battaglia, Sara Benaglia, Jacopo Benassi, Gianni Berengo Gardin, Silvia Bigi, Tommaso Bonaventura, Michele Borzoni, Francesco Bosso, Luca Campigotto, Alfa Castaldi, Vincenzo Castella, Francesca Catastini, Giacomo Costa, Nicolò De Giorgis, Paola De Pietri, Paola Di Bello, Giorgio Di Noto, Mario Dondero, Luigi Erba, Irene Fenara, Gianni Fiorito, Pierluigi Fresia, Gabriele Galimberti & Paolo Woods, Andrea Galvani, Giovanni Gastel, Luigi Ghirri, Guido Guidi, Francesco Jodice, Armin Linke, Nicola Lo Calzo, Alex Majoli, Tancredi Mangano, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, Walter Niedermayer, Adrian Paci, Mattia Paladini, Paolo Pellegrin, Antonio Rovaldi, Paolo Roversi, Simone Schiesari, Ferdinando Scianna, Alberto Sinigaglia, Lamberto Teotino, The Cool Couple, Toni Thorimbert, Oliviero Toscani, Franco Vaccari, Carlo Valsecchi, Paolo Ventura, Massimo Vitali, Lorenzo Vitturi, Alba Zari, Michele Zaza.

Il biglietto intero ha il costo di 6 euro, ridotto 4 euro. L’ingresso alla mostra è gratuito per i minori di 25 anni.

L’abbonamento con la mostra Guido Crepax. I mille volti di Valentina al Centro Saint-Bénin di Aosta dal 12 giugno al 17 ottobre 2021, è di 10 euro per l’intero e 6 euro per il ridotto.

La mostra inserita nel circuito di Abbonamento Musei.

Per garantire la sicurezza sanitaria, è richiesto che i visitatori indossino le mascherine. Il personale di sorveglianza indirizzerà il flusso del pubblico e gli utenti fruiranno di entrate/uscite differenziate. Nelle sale espositive sarà fatta rispettare la distanza minima di oltre un metro e l’afflusso sarà regolamentato in modo da evitare assembramenti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito è protetto da reCAPTCHA e da Googlepolitica sulla riservatezza ETermini di servizio fare domanda a.

The reCAPTCHA verification period has expired. Please reload the page.

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte