Artigianato, in Valle d’Aosta il sommerso sfiora il 10%. Confartigianato chiede più controlli

La nostra regione al terzultimo posto nella classifica per il sommerso davanti a Bolzano (9,1%) e Veneto (8,8%). “Facciamo fronte comune per combattere questa piaga che sta causando danni non solo economici" dice Risso, Presidente di Confartigianato Vda.
Un artigiano al lavoro
Economia

Sfiora il 10% il sommerso nel settore dell'artigianato valdostano. Il dato arriva dal Centro Studi di Confartigianato. La nostra regione risulta comunque virtuosa rispetto al panorama nazionale ponendosi al terzultimo posto davanti a Bolzano (9,1%) e Veneto (8,8%). Ben più critica la situazione nel Mezzogiorno dove la quota di lavoro irregolare – per territorio misurata sugli occupati e non sulle unità di lavoro – è del 19,1% ed è quasi doppia rispetto all’11,2% del Centro-Nord. La quota più elevata di lavoro irregolare in Calabria (23,0%), seguita da Campania (21,5%), Sicilia (20,3%), Puglia 16,8% e Lazio (16,%). All’opposto i tassi più bassi in Lombardia e Marche (10,2%), Trento (10,1%), Emilia-Romagna (10,0%), Valle d’Aosta (9,9%), Bolzano (9,1%) e Veneto (8,8%).

“Facciamo fronte comune per combattere questa piaga che sta causando danni non solo economici e alimenta un mercato fuori dalle regole e assolutamente fuori controllo”. commenta in una nota Guillermo Risso, Presidente di Confartigianato Valle d’Aosta.

In Valle d'Aosta il settore può contare su 3.792 iscritte all’albo regionale a fine 2015. Rispetto a soli tre anni prima, sono 500 le attività che hanno chiuso. 

 “E’ importante e necessaria la collaborazione di tutte le istituzioni e maggiori controlli nelle strutture abusive che, oltretutto, costantemente violano le norme, la sicurezza e che, in particolar modo, continuano a evadere il fisco ed essere un peso per la collettività” continua Guillermo Risso.

Per Aldo Zappaterra, Direttore di Confartigianato VdA: “La crisi economica ha generato un mercato parallelo, alimentato spesso da ex dipendenti di aziende che hanno chiuso o ridimensionato il personale. Ma c’è anche un mercato parallelo più subdolo, quello che viene svolto in ambienti invisibili ma molto conosciuti, attività in nero rese possibili soprattutto per la facilità con la quale si possono reperire il materiale, e pezzi di ricambio”.

Per Confartigianato la concorrenza sleale del sommerso è un freno allo sviluppo delle imprese oneste. In particolare: "le imprese che evadono possono mantenere prezzi più bassi e mettono fuori mercato le imprese regolari; la minore competitività delle imprese regolari può rendere ‘più conveniente’ attivare azioni di evasione fiscale: nel lungo termine tendono a sopravvivere imprese marginali mentre le imprese solide si avvicinano progressivamente alla marginalità; l’evasione a valle genera fondi extra contabili realizzati con i ricavi ‘in nero’ utilizzati per acquisti non documentati che diffonde ed allarga la portata del fenomeno; l’evasione fiscale tende a mantenere il gap tra le aliquote fiscali pagate dalle imprese in regola e le imprese che evadono, dato che il mancato gettito rende difficile politiche fiscali espansive tramite la riduzione delle aliquote fiscali;  non si amplia la dimensione delle aziende".

       

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