Caro energia e inflazione: in Valle d’Aosta la guerra costerà 1.473 euro a famiglia
Una riduzione del Pil di 24 miliardi di euro reali che corrisponde a una perdita di potere d’acquisto medio per ciascuna famiglia italiana pari a 929 euro. Sono i costi della guerra in Ucraina calcolati dall’Ufficio studi della Cgia.
A livello territoriale le famiglie più penalizzate saranno quelle residenti in Trentino Alto Adige (-1.685 euro), nella Valle d’Aosta (-1.473 euro) e nel Lazio (-1.279 euro).
Dal confronto tra le ultime previsioni di crescita del Pil realizzate prima dell’avvio del conflitto (gennaio di quest’anno) con le successive realizzate dopo l’invasione russa (aprile scorso), emerge che la diminuzione della ricchezza prodotta nel nostro Paese sarà dell’1,4 per cento.
“Queste stime, ovviamente, sono parziali e suscettibili di cambiamenti; – spiega dalla Cgia di Mestre – la situazione che abbiamo vissuto in questi primi 3 mesi di conflitto, infatti, potrebbe mutare radicalmente. Nella malaugurata ipotesi che, ad esempio, la situazione militare subisse una decisa escalation, è evidente che queste previsioni andrebbero riviste completamente”.
Le principali ripercussioni sul nostro paese sono state sulle bollette di luce e gas, che hanno conosciuto un forte rincari, le difficoltà del commercio internazionale da e verso alcuni paesi, l’impennata dell’inflazione e la difficoltà di reperire molte materie prime.
L’inflazione quest’anno è prevista attorno al 6 per cento. “Una tassa della peggiore specie” la definiscono molti esperti. “Non si versa come gli altri tributi, ma la si “paga” subendo la riduzione del potere d’acquisto che colpisce, in particolar modo, chi ha un reddito fisso. Se quella presente quest’anno è alimentata dall’aumento dei prezzi dei beni energetici che importiamo dall’estero, questo tipo di inflazione è ancor più allarmante perché colpisce le famiglie meno abbienti”.
Secondo l’Istat, infatti, con un caro vita in crescita del 6 per cento, questo si traduce in un incremento effettivo dell’8,3 per cento per le famiglie più povere e del 4,9 per cento per quelle benestanti.