Ad aprire i lavori è stato il presidente della Camera di Commercio, Pierantonio Genestrone, che nel presentare il quadro d’insieme del 2008 ha evidenziato come: “quello che sembrava un anno di lenta ma significativa ripresa della nostra economia è stato scombussolato da un ultimo trimestre che ha sovvertito ogni previsione. Tutto sommato gli effetti della crisi, oltre a giungere in ritardo, paiono essere di una portata inferiore rispetto al media nazionale. Pertanto, il tanto vituperato modello o sistema Valle d’Aosta ha saputo contenere i danni nella portata e nel tempo, tanto che, ad esempio, la disoccupazione è cresciuta, ma rimane a livelli contenuti. Con ciò, non nego la crisi e non voglio far sembrare le cose meno gravi di quelle che sono. Quello che voglio significare è che in Valle d’Aosta gli effetti gravi e strutturali ci sono ma sono mediamente di portata inferiore”.
Sono tre i filoni che hanno guidato la successiva analisi economica condotta da Massimo Lévêque: "Il settore produttivo industriale e artigianale", "il mercato finanziario e creditizio" e "le imprese femminili maggiori". Le previsioni parlano di un 2009 ancora recessivo e di una flessione del valore aggiunti superiore al 2% (dati Prometeia) con un 2010 che risente ancora di criticità congiunturali e staticità. Per la ripresa bisognerà attendere il 2011 con tassi nuovamente in crescita intorno all’1,2 – 1,3 per cento.
L’analisi di Lévêque del quadro del 2008 ha evidenziato tra le principali negatività, o quantomeno settori in sofferenza, il commercio con l’estero, che ha risentito della contrazione degli scambi internazionali con una riduzione delle esportazioni valdostane del 18%. Il numero di nuove imprese non ha compensato quello delle cessate. Al 31 dicembre 2008 lo stock di imprese registrate segnava un -2,8% rispetto all’anno precedente.
Segnali di lieve regressione toccano per la prima volta dal 2005 anche il mercato del lavoro, caratterizzato in Valle da elementi di stabile solidità. In lieve regressione sono stati i tassi di attività e di occupazione, in particolare nella componente maschile, e si è registrato un lieve aumento del tasso di disoccupazione che è passato da 3,2 a 3,3%. La previsione per il prossimo futuro parla di un deterioramento di questo quadro a causa della situazione di difficoltà di alcune imprese industriali.
In ultima analisi, da quanto emerso, il superamento della situazione attuale di crisi dipenderà anche dalla capacità del locale sistema produttivo di intervenire sui propri punti di debolezza e di cogliere le nuove opportunità che la fase successiva alla crisi potrà offrire. Tra queste ultime figurano il basso livello dei tassi di interesse reali che caratterizza l’attuale congiuntura, favorevole ad assecondare programmi di investimento; un’offerta di lavoro relativamente superiore a quella disponibile nelle fasi di crescita rapida, con positive conseguenze per le imprese sul fronte delle retribuzioni reali; le prospettive di ripartenza del settore automobilistico ed il possibile ruolo di player mondiale della FIAT, da sempre generatore di un indotto capace di interessare anche il tessuto di piccole imprese valdostane.
Un occhio di riguardo va da subito alla “green economy” alla quale i più attenti osservatori guardano con interesse. Un tipo di economia cui la Valle d’Aosta sembra essere sempre più vocata.