Il sistema locale tiene, idem l’occupazione anche se con alcune incognite per le imprese in crisi

Il 2009 ancora recessivo, il 2010 risentirà ancora di criticità congiunturali e staticità. Per la ripresa bisognerà attendere il 2011. Il sistema VdA comunque tiene ancora. Per il futuro bisognerà guardare con attenzione al “green economy”.
Un momento della Giornata dell'Economia
Economia
Anche in Valle d’Aosta le conseguenze della grave crisi internazionale iniziano a manifestarsi già dal 2008 e, dai pochi indicatori congiunturali disponibili, si accentuano nel corso dei primi mesi del 2009. E’ quanto emerge dalla ricerca dell’economista Massimo Lévêque presentata martedì 26 maggio presso l'Aula magna dell'Università della Valle d'Aosta nell’ambito della “giornata dell’Economia 2009”.

Ad aprire i lavori è stato il presidente della Camera di Commercio, Pierantonio Genestrone, che nel presentare il quadro d’insieme del 2008 ha evidenziato come: “quello che sembrava un anno di lenta ma significativa ripresa della nostra economia è stato scombussolato da un ultimo trimestre che ha sovvertito ogni previsione. Tutto sommato gli effetti della crisi, oltre a giungere in ritardo, paiono essere di una portata inferiore rispetto al media nazionale. Pertanto, il tanto vituperato modello o sistema Valle d’Aosta ha saputo contenere i danni nella portata e nel tempo, tanto che, ad esempio, la disoccupazione è cresciuta, ma rimane a livelli contenuti. Con ciò, non nego la crisi e non voglio far sembrare le cose meno gravi di quelle che sono. Quello che voglio significare è che in Valle d’Aosta gli effetti gravi e strutturali ci sono ma sono mediamente di portata inferiore”.

 
Investimenti produttivi, attivabili in tempi immediati ei interventi nei settori che possono garantire ricadute ampie come quelli del risparmio energetico e dell'energia rinnovabile, rappresentano per il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, le linee guida per uscire dalla crisi.  Linee che punteranno anche sul dialogo con le parti social. "La Valle d'Aosta – ha aggiunto Rollandin – affronterà la crisi, nel medio termine, insistendo sulla strada del dialogo con le parti sociali e con le categorie produttive". Un'impostazione che ha dato i suoi frutti portando ai primi interventi anti crisi e impostazione che "continueremo a portare aventi – ha concluso il Presidente della Regione – anche dopo il 2009".
 
Sono tre i filoni che hanno guidato la successiva analisi economica condotta da Massimo Lévêque: "Il settore produttivo industriale e artigianale", "il mercato finanziario e creditizio" e "le imprese femminili maggiori". Le previsioni parlano di un 2009 ancora recessivo e di una flessione del valore aggiunti superiore al 2% (dati Prometeia) con un 2010 che risente ancora di criticità congiunturali e staticità. Per la ripresa bisognerà attendere il 2011 con tassi nuovamente in crescita intorno all’1,2 – 1,3 per cento.
Le cause principali dello scenario presentato sono fattori esterni all’economia locale – ha spiegato l’economista valdostano – e dai dati disponibili si possono comunque evincere elementi confortanti relativi alla tenuta del sistema locale”. A lasciar guardare al superamento dell’attuale fase negativa con una certa fiducia sono il quadro obiettivamente positivo dei tradizionali indicatori di benessere dell’economia locale, una situazione di quasi piena occupazione, il favorevole contesto istituzionale che ha permesso alla Regione di adottare tempestivamente un pacchetto di misure anti-crisi destinate ad imprese e famiglie.

L’analisi di Lévêque del quadro del 2008 ha evidenziato tra le principali negatività, o quantomeno settori in sofferenza, il commercio con l’estero, che ha risentito della contrazione degli scambi internazionali con una riduzione delle esportazioni valdostane del 18%. Il numero di nuove imprese non ha compensato quello delle cessate. Al 31 dicembre 2008 lo stock di imprese registrate segnava un -2,8% rispetto all’anno precedente.
Segnali di lieve regressione toccano per la prima volta dal 2005 anche il mercato del lavoro, caratterizzato in Valle da elementi di stabile solidità. In lieve regressione sono stati i tassi di attività e di occupazione, in particolare nella componente maschile, e si è registrato un lieve aumento del tasso di disoccupazione che è passato da 3,2 a 3,3%. La previsione per il prossimo futuro parla di un deterioramento di questo quadro a causa della situazione di difficoltà di alcune imprese industriali.

I primi mesi del 2009 testimoniano poi come gli effetti della congiuntura negativa non si siano esauriti: le ore di Cassa integrazione ordinaria e straordinaria nel primo trimestre del 2009 risultano in Valle triple rispetto a quelle dello stesso periodo del 2008 e pari a circa i ¾ di tutte le ore utilizzate nello stesso intero anno; le periodiche indagini trimestrali di Confindustria Valle d’Aosta indicano per i primi mesi del 2009 un deterioramento ulteriore del quadro rispetto all’ultimo periodo del 2008. Tra gli altri fattori che segnano ancora negativamente il quadro economico si segnala la variazione annua dei prezzi rilevata dall’ISTAT per la Valle d’Aosta nei primi due mesi del 2009, inferiore ad dato medio nazionale, oltre al calo degli arrivi e presenze turistiche, nei primi tre mesi del 2009 rispetto allo stesso trimestre del 2008. Dati che registrano rispettivamente un –9 e -11 per cento contro incrementi rispettivi del 5 e del 6% fatti ancora registrate nel mese di dicembre. Andamento simile per i clienti agli impianti di risalita (primi ingressi) che nell’intera stagione crescono sulla precedente dell’3% circa ma con un +28% registrato alla fine del periodo natalizio, e, malgrado l’abbondante innevamento, una flessione superiore al 4% nei restanti mesi della stagione.
 
In ultima analisi, da quanto emerso, il superamento della situazione attuale di crisi dipenderà anche dalla capacità del locale sistema produttivo di intervenire sui propri punti di debolezza e di cogliere le nuove opportunità che la fase successiva alla crisi potrà offrire. Tra queste ultime figurano il basso livello dei tassi di interesse reali che caratterizza l’attuale congiuntura, favorevole ad assecondare programmi di investimento; un’offerta di lavoro relativamente superiore a quella disponibile nelle fasi di crescita rapida, con positive conseguenze per le imprese sul fronte delle retribuzioni reali; le prospettive di ripartenza del settore automobilistico ed il possibile ruolo di player mondiale della FIAT, da sempre generatore di un indotto capace di interessare anche il tessuto di piccole imprese valdostane.

Un occhio di riguardo va da subito alla “green economy” alla quale i più attenti osservatori guardano con interesse. Un tipo di economia cui la Valle d’Aosta sembra essere sempre più vocata.

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