Come già avvenuto a novembre, anche per il mese di dicembre l’inflazione ha ripreso a “mordere”, con un complessivo aumento mese su mese dei prezzi di beni di consumo e servizi. E, tra le regioni, è la Valle d’Aosta ad essere la più cara d’Italia.
Questo quanto emerge dal report elaborato dall’Istat, che spiega come l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività – i cosiddetti Nic – “aumenti dello 0,4% su base mensile e del 3,9% su base annua”, rispetto al +3,7% fatto segnare a novembre.
In media, in Italia, si legge in una nota stampa, “nel 2021 i prezzi al consumo registrano una crescita pari a +1,9% (-0,2% nell’anno precedente). L’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, è pari a +0,8% (+0,5% nel 2020) e al netto dei soli energetici a +0,7% (come nell’anno precedente)”.
In Valle l’inflazione è salita del 4,2%, fattore che pesa economicamente per una media a famiglia di 1.068 euro annui, che diventano 1.764 per i nuclei di 4 quattro persone. Seguono, in classifica, la Liguria ed il Trentino Alto Adige.
L’indice Nic di Aosta
La questione si riflette sull’indice dei prezzi al consumo che riguarda il Comune di Aosta, che ha registrato una variazione di +1,0 rispetto al novembre 2021 e di +4,2 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Nel dettaglio, considerando le variazioni congiunturali dei prezzi – ovvero quelle calcolate rispetto al mese precedente –, le divisioni di spesa che hanno mostrato a dicembre 2021 aumenti più significativi rispetto a novembre sono quelle relative a: Servizi ricettivi e di ristorazione (+3,9), Ricreazione, spettacoli e cultura (+1,8), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+1,5), Trasporti (+1,1), Comunicazioni (+0,5), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,3), Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,1), Altri beni e servizi (+0,1).
Mentre non sono state riscontrate variazioni in diminuzione, sono rimaste invece invariati i prezzi di Abbigliamento e calzature, Bevande alcoliche e tabacchi, Istruzione, Servizi sanitari e spese per la salute.
Le variazioni tendenziali degli indici dei prezzi delle divisioni di spesa – quindi quelle calcolate rispetto allo stesso mese dell’anno precedente –, vedono ai primi posti nella graduatoria variazioni in aumento su: Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+13,4), Trasporti (+9,7), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+3,9), Servizi ricettivi e di ristorazione (+3,7), Servizi sanitari e spese per a salute (+0,9), Altri beni e servizi (+0,8), Abbigliamento e calzature (+0,6), Bevande alcoliche e tabacchi (+0,6), Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,2).
A diminuire, invece, sono state le divisioni di spesa relative a: Comunicazioni (-3,0), Istruzione (-1,5), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,2).