L’Uncem critica il “Bando borghi” del Pnrr: “Non è corretto, etico e sostenibile”
“Le ultime traversie giudiziarie e non nate attorno alla selezione del ‘borgo dei borghi’ sono solo le ultime tappe di una brutta serie che non avremmo voluto vedere. Il problema non è la scelta di questo o di quel borgo. Non è il fatto che, come è quasi normale, un amministratore abbia un pezzo anche micro di un immobile all’interno del borgo da recuperare (chi conosce i paesi lo sa bene). Il problema è a monte. Ovvero pensare che i Comuni siano da dividere tra chi prende 20milioni di euro e chi niente. Chi è fortunato e chi invece no”.
A dirlo, riferendosi alle risorse del Pnrr del “Bando borghi”, quei 20 milioni di euro attribuiti dalla Commissione regionale al Comune di Fontainemore e che tanto stanno facendo discutere, è l’Uncem, l’Unione nazionale comuni, comunità ed enti montani.
“Il Ministero della Cultura ha completamente sbagliato impianto del Piano dei borghi a valere sul Pnrr. Sia la linea a, quella dei 20milioni a borgo in ciascuna regione, sia la linea b, con 229 fortunati su 1800 partecipanti, partono da un presupposto sbagliato. Con un Ministero che non sa bene di cosa stia parlando”, spiegano in una nota Jean Barocco, coordinatore Uncem in Valle d’Aosta, e Marco Bussone, Presidente nazionale dell’Unione.
Questo, dicono, “perché l’Italia è fatta di paesi, di Comuni e la definizione borghi non può essere tirata per un piano che è di fatto inutile e miope. Oltre a questo, concentrare 20 milioni di euro su un solo piccolo Comune non è corretto, non è etico, non è sostenibile. Ingenera solo contrasti, litigi tra Comuni e tra Sindaci, mette in crisi le stesse regioni che hanno dovuto trovare un solo borgo. Di fatto attuando quella massima che dice che a ogni nomina ‘crei un ingrato e cento scontenti’. Ed è quel che è successo”.
“Il Ministro Franceschini ha completamente ignorato le richieste di Uncem. Che ha sempre detto di non condividere l’impianto e i due bandi. Non sono bandi per la ripartenza. Sono dannosi. E la linea a va azzerata subito, mentre il Comitato tecnico sta prendendo in mano i 21 dossier arrivati. Azzeriamo la misura. Facciamo altro con quei soldi. Non metteremo così in difficoltà 21 Comuni, non useremo male risorse che sono a prestito, da Bruxelles, per l’Italia. E non genereremo meccanismi di sperequazione, dei quali l’Italia e anche la Valle d’Aosta, non hanno per niente bisogno”, chiudono Barocco e Bussone.