Manovra, ipotesi tagli per 100 milioni alla Valle

Per piazza Deffeyes l’obiettivo è resistere: “Le Regioni che hanno già sottoscritto l’accordo sul federalismo fiscale debbano essere escluse da questi ulteriori tagli”. L’accordo del 2010 prevedeva un ‘sacrificio’ di 105milioni.
Il presidente della Regione, Augusto Rollandin
Economia

Un taglio di risorse per 100milioni di euro. Potrebbe essere questo l’effetto sulla Valle d’Aosta della manovra finanziaria voluta in fretta e furia dal Governo per arginare le ricadute della crisi economica. Una sforbiciata che sarebbe quattro volte superiore a quella già fatta con la finanziaria del 2010 che era stata di 25milioni di euro. A prospettare lo scenario è lo stesso presidente della Regione, Augusto Rollandin, durante la conferenza stampa della Giunta regionale di oggi, venerdì 19 agosto. Ma per piazza Deffeyes l’obiettivo è resistere: “Riteniamo che le Regioni che hanno già sottoscritto l’accordo sul federalismo fiscale debbano essere escluse da questi ulteriori tagli”. Il documento firmato lo scorso anno a Roma alla presenza dei ministri Bossi, Calderoli e Maroni aveva comportato un sacrificio di 105milioni di euro.

Agli enti locali, però, vengono chiesti risparmi anche su altri fronti. I primi di questi riguardano i comuni e il numero di consiglieri regionali. Ma anche in questi casi la Valle intende difendere le proprie prerogative.

Meno poltrone in Consiglio Valle
Secondo la manovra voluta dal ministro Tremonti, le poltrone dell’assemblea legislative regionali potrebbero scendere da 35 a 20. Su questo Rollandin prende tempo: “Saranno i partiti a decidere, ma posso dire che il numero dei rappresentanti era stato pensato a suo tempo per dare rappresentatività a un territorio piccolo, ma complesso”.
Lo stesso ragionamento, il presidente della Regione lo aveva fatto giorni fa sul numero degli assessori: “Stiamo lavorando su una maggiore efficienza della macchina amministrativa, non su una riduzione degli assessorati”.

74 comuni per 130mila abitanti
C’è chi nella maggioranza – è il caso del Popolo della Libertà – non vedrebbe di cattivo occhio un accorpamento dei comuni più piccoli. “La priorità è realizzare in modo associato una serie di servizi – ha detto Rollandin – ma per una Regione come la nostra il comune è un presidio importante. Si possono far sparire comuni nelle valli laterali generando dei risparmi, ma poi la montagna muore. Si possono ridurre gli organi elettivi o modificare le organizzazioni, ma il comune deve restare”.

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