UniVdA, il tasso di occupazione dei laureati magistrali è del 93,3%

12 Giugno 2020

Aumenta, rispetto al 2019, il tasso di occupazione dei laureati all’Università della Valle d’Aosta, anche in periodi diversi dal conseguimento del titolo, così come l’“efficaciadella propria laurea.

Il dato emerge dal XXII Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati, presentato ieri mattina – 11 giugno – nella sede del Ministero dell’Università e della Ricerca, a Roma, per un’indagine che ha analizzato dati di oltre 650mila laureati di primo e secondo livello nel 2018, 2016 e 2014 contattati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.

Per l’UniVdA l’indagine ha coinvolto 254 laureati intervistati riguardo: provenienza, background formativo, regolarità degli studi, voto di laurea, esperienze di lavoro e studio anche all’estero durante gli studi e soddisfazione per l’esperienza universitaria.

I laureati in Valle

Dai dati dell’indagine emerge che il 44,5% dei laureati dell’Ateneo valdostano proviene da fuori regione (a livello nazionale il dato è del 23%) e la percentuale di laureati di cittadinanza estera è del 3,1% (2,7% nel 2019).

È in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico, linguistico) il 73,6% dei laureati mentre possiede un diploma tecnico il 20,5% dei laureati. Residuale, invece, la quota dei laureati con diploma professionale.

L’età media alla laurea è di 26,8 anni per il complesso dei laureati mentre, nello specifico, è di 25,5 anni per i laureati di primo livello e di 29,7 anni per i magistrali biennali. Un dato su cui incide in parte il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati, infatti, si immatricolano subito dopo aver ottenuto il titolo di scuola secondaria superiore, anche per via della possibilità di svolgere presto le prime esperienze lavorative legate alle caratteristiche del sistema economico regionale composto da molte piccole imprese.

Inoltre una quota di studenti, date le caratteristiche peculiari del territorio regionale, pratica attività sportiva anche a livello agonistico il che può comportare una diversa programmazione degli impegni universitari.

La quota di laureati in corso è del 66,1% (in ribasso sul 2019, quando era del 68,8%), mentre rimane stabile a 100,5, (era 100,4 nel 2019) il voto di laurea medio.

La quota di coloro che hanno compiuto un’esperienza di studio all’estero riconosciuta dal corso di laurea aumenta a 34,3% dal 32,2% del 2019 (decisamente più elevata rispetto al dato nazionale dell’11,2%). L’80,2% dei laureati di Univda ha fatto almeno un’esperienza lavorativa durante gli studi (la media nazionale, invece, è del 65,2%).

Con 95,5% punti rimane quasi invariata rispetto allo scorso anno (95,7%) la soddisfazione dei laureati dell’Università della Valle d’Aosta per l’esperienza universitaria nel suo complesso (dato nazionale 89%). Il 96,3% dei laureati è soddisfatto del rapporto instaurato con i docenti, l’80,3% dei laureati sceglierebbe lo stesso Ateneo e lo stesso corso, mentre il 3,7% si iscriverebbe allo stesso Ateneo ma ad un corso di laurea diverso. 

Università della Valle d’Aosta

La condizione occupazionale dei laureati triennali

L’indagine ha coinvolto 178 laureati triennali del 2018 contattati ad un anno dal conseguimento del titolo di studio. Il rapporto indica che è in aumento il tasso di studenti che ha deciso di proseguire gli studi, che sale al 63,2% mentre era del 50,3% lo scorso anno.

Ad un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione (si considerano occupati, seguendo la definizione adottata dall’Istat, tutti coloro che sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione) è del 66,7%, mentre quello di disoccupazione (calcolato sulle forze di lavoro, cioè su coloro che sono già inseriti o intenzionati a inserirsi nel mercato del lavoro) è pari al 22%. Tra gli occupati, il 34,4% prosegue il lavoro iniziato prima della laurea, il 25% ha invece cambiato lavoro. Ancora, il 40,6% ha iniziato a lavorare solo dopo il conseguimento del titolo.

Secondo il Rapporto 2020, la retribuzione netta dei laureati triennali di Univda è di 1.263 euro, poco sopra la media italiana di 1.210 euro.

La condizione occupazionale dei laureati magistrali

Per quanto riguarda i laureati di secondo livello, il rapporto Almalaurea delinea due scenari differenti per gli intervistati a uno e a cinque anni dalla laurea.

Ad un anno dal conseguimento del titolo Il tasso di occupazione dei laureati del 2018 intervistati è in crescita e si attesta al 93,3% (era dell’86% lo scorso anno). Nel dettaglio, il tasso di occupazione è dell’88,9% tra i magistrali biennali e del 100% tra i magistrali a ciclo unico. Il tasso di disoccupazione è nullo.

Il 22,2% degli occupati può contare su un contratto a tempo indeterminato mentre il 59,3 % su un lavoro non standard (in particolare su un contratto alle dipendenze a tempo determinato). L’11,1% (lo scorso anno era il 5,6%) svolge un’attività autonoma come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore.

La retribuzione è in media di 1.553 euro mensili netti (ben oltre la media nazionale di 1.285 euro) in aumento rispetto ai 1.461 euro riscontrati nell’indagine dello scorso anno. Nello specifico, la retribuzione dei laureati magistrali biennali è di 1.509 euro mentre quella dei laureati magistrali a ciclo unico (laureati in Scienze della formazione primaria) è di 1.626 euro.

Cresce l’efficacia del titolo di studio: il 66,7% degli occupati (60% nel 2019 e 33,3% nel 2018)

ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace mentre il 63% (55,6% nel 2019) dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi (33,3% tra i magistrali biennali e 100,0% tra i magistrali a ciclo unico).

A cinque anni dal conseguimento del titolo, invece, il tasso di occupazione dei laureati magistrali biennali del 2014 aumenta al 95,9% rispetto all’89,7% del 2019. Il tasso di disoccupazione è nullo.

Gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 60,9% (in calo, perché erano 68,6% nel 2019), mentre gli occupati che svolgono un lavoro non standard sono il 34,8% (17,1% nel 2019). In notevole ribasso chi svolge un lavoro autonomo: il 2,2% contro l’11,4% nel 2019.

Le retribuzioni rimangono stabili intorno ai 1.500 euro, di poco superiori alla media nazionale.

Il 75,6% degli occupati ritiene la laurea conseguita molto efficace o efficace per il lavoro che sta svolgendo. A questo si aggiunge un altro dato: il 63% (55,6% nel 2019) dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi (33,3% tra i magistrali biennali e 100,0% tra i magistrali a ciclo unico).

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