Ce l’abbiamo fatta nonostante il 2020, ma l’imperativo è cambiare
Faticoso, a tratti straziante, e a suo modo imprevedibile. Il 2020 è un anno che lascerà un segno nella nostra realtà come in tante altre società valdostane. Traccia un solco tra un prima e un dopo. Aver affrontato, praticamente a mani nude, la tempesta che nei mesi del primo lockdown ha brutalmente falcidiato le entrate pubblicitarie del nostro giornale, ci ha messo di fronte ad un bivio.
Scrivere con passione, informare con onestà i valdostani, cercare con tenacia le notizie rimangono caratteristiche indispensabili di questo nostro lavoro, ma non più sufficienti. Non sono garanzia di sopravvivenza neanche per le grandi testate storiche, figuriamoci per una piccola realtà editoriale come la nostra.
Dopo ciò che abbiamo vissuto in questi mesi abbiamo sentito la necessità di interrogarci profondamente sul futuro, sulle prospettive, sul senso e sulle modalità con cui vi informiamo tutti i giorni.
Nonostante le intemperie la nostra concessionaria Netweek fa e ha fatto un lavoro eccellente, al punto che chiuderemo il 2020 con un segno più rispetto al 2019. Certo, al computo del 2020 dobbiamo registrare anche gli aiuti ricevuti dall’European Journalist Centre e da Facebook, da Google e, non in ultimo, dalla Chambre valdôtaine des entreprises con il voucher digitale. Sono tutti bandi a cui abbiamo deciso di partecipare, a cui abbiamo dedicato tempo ed energie e per i quali, complice un pizzico di fortuna, siamo stati selezionati.
Se a fine marzo – quando le prospettive per l’editoria online erano talmente nefaste da indurci a lanciare, nonostante il nostro riserbo, un appello drammatico al mondo delle istituzioni – ci avessero detto che il 2020 finiva così non ci avremmo creduto. E invece è andata: siamo riusciti a fare a meno della cassa integrazione, a non ricorrere agli aiuti regionali, a stare in piedi con le nostre gambe. E soprattutto abbiamo scelto di rilanciare e di credere nel nostro futuro.
Per farlo, però, abbiamo bisogno di cambiare. Dobbiamo sperimentare modi nuovi e innovativi che consentano di valorizzare il nostro lavoro, di pagare le persone che lavorano nel nostro quotidiano e che magari spendono un’intera giornata per approfondire e offrirvi un’informazione accurata. Ma non solo. Dobbiamo immaginare strade nuove per raccontare la realtà, non necessariamente basate sull’urgenza e sulla velocità.
Ci guida la convinzione che non possiamo più dire: “Si è sempre fatto così”. La società è cambiata, l’economia è cambiata, i nostri lettori sono cambiati, la nostra comunità di riferimento non è più la stessa. Perché il modo di informare, il giornalismo non dovrebbe cambiare? Se il rapporto di fiducia tra giornali e lettori si è guastato come è possibile che la colpa stia solo da una parte?
L’informazione è alla base della conoscenza: solo se conosci ciò che accade nella tua realtà, nel tuo paese e nel mondo, sei in grado di esercitare il tuo ruolo di cittadino, di capire profondamente i tuoi diritti e i tuoi doveri e di scegliere al meglio chi ti rappresenta. Noi siamo consapevoli della grande responsabilità che in una piccola regione come la Valle d’Aosta abbiamo.
Detto questo ci siamo anche resi conti di come la relazione con i nostri lettori sia sempre più strategica. Lo è ancora di più adesso. Sono loro che quotidianamente ci scrivono, che ci mandano sollecitazioni, suggerimenti, ci rivolgono critiche, accuse di parzialità, purtroppo a volte anche insulti. Senza lettori, senza la loro fiducia, non esiste un giornale.
Per questo abbiamo deciso di investire su un intenso percorso formativo che coinvolgerà la redazione in tutto il 2021. Sarà un grande sforzo economico e di energie. Vorremmo ci portasse a costruire un nuovo rapporto con i lettori, a comprendere come ascoltare e valorizzare ciò che hanno da dire e come renderli protagonisti della nostra comunità.
L’ambizione che abbiamo, non lo nascondiamo, è quella di ritagliarci una nuova mission: fare un giornale che non si limiti a pubblicare le notizie o a raccontare i fatti, ma che sia sempre di più a servizio della comunità valdostana.