La frase è diventata, negli anni, un aforisma. Un’icona. “Pietra angolare” di un giornalismo che sapeva, con poche e attentissime parole, catturare un momento storico per non lasciarlo più sfuggire.
“Scrivo da un paese che non esiste più” era l’indimenticabile incipit scelto da Giampaolo Pansa quando, da giovane inviato de La Stampa, attaccava così il suo storico reportage sul disastro del Vajont, a poche ore da quel maledetto 9 ottobre 1963. Una frase storica scelta oggi per raccontare nuovi luoghi che “non esistono più”. Oppure che rischiano, a breve, di sparire. Almeno, per come li conosciamo.
“Scrivo da un paese che non esiste” è infatti il nuovo progetto di Anso – l’Associazione nazionale della stampa online – e finanziato da Google News Initiative, un reportage nato per raccogliere le “voci” delle testate locali chiamate a raccontare l’impatto del cambiamento climatico in tutta Italia.
Storie che partono da “casa nostra”, dai nostri territori, e che confluiscono in un vero e proprio racconto collettivo su un Paese che si sta trasformando. E non in meglio.
Il nostro reportage: la neve di domani
Tra le testate online coinvolte ci siamo anche noi di AostaSera. Non potevamo esimerci e non volevamo. Negli scorsi reportage per Anso – per il progetto Piccoli Borghi Italiani – Territori in movimento –, abbiamo parlato del bello. Abbiamo raccontato la storia e le storie di Saint-Rhémy-en-Bosses e di Bard.
Questa volta – e fa il paio con il nostro dossier di dicembre, dove ci siamo concentrati sul futuro dello sci –, toccava a noi, regione alpina, raccontare “La neve di domani”. Puoi leggerlo qui.
All’interno, i dati sulla salute dei nostri ghiacciai – ne abbiamo persi 32 negli ultimi 22 anni –, sulle precipitazioni che subiranno (e subiscono già) variazioni notevoli, sulla durata del manto nevoso. Sempre più ridotta.
Oppure, ancora, quel che rimane dei tanti impianti dismessi – ci siamo concentrati su uno in particolare –, diventati quasi una “archeologia” che richiama le sciate, ricordi lontani, a quote basse. A volte bassissime.
Ma in questo reportage raccontiamo anche i tentativi di “invertire la rotta”, di provare a “salvare” lo sci cercando di limitarne l’impatto sul clima. A volte, semplicemente cercando strade che vadano oltre lo sci alpino. E lo facciamo attraverso foto, video, interviste. Un racconto collettivo della nostra redazione che entra a far parte di un racconto collettivo fatto da altre redazioni.
Il tutto, per “fissare” l’attenzione su alcuni degli angoli meno conosciuti del “Bel Paese”, raccontati alla propria maniera da chi fa quello tutto il giorno e tutti i giorni. E che lo fa sul proprio territorio: dalla lotta per la sopravvivenza degli ulivi in Puglia alla fragilità della Riviera di Ponente, in Liguria; passando per il Salento “ferito” dalla Xylella e la siccità, fino ai rischi che corrono le risaie in Piemonte.
O ancora, la lotta contro il bacino del Po che si ritira, il caldo “che sembra non voler mai finire” del Saronnese, la terra arida e spaccata di Solarolo, i segni sul territorio di Varese e provincia e la “grande sete” in Sicilia. Qui ci siamo anche noi. Con “la neve di domani”. Che poi è già oggi.