Morto sul lavoro a Chambave, Cgil e Uil VdA: “politica e istituzioni si assumano le proprie responsabilità”

“In Valle d'Aosta venerdì scorso si è consumata l'ennesima tragedia sul lavoro - scrivono i sindacati -. Ci siamo lasciati alle spalle un 2024 con cinque morti sul lavoro. Non siamo neanche a metà di questo 2025 e si conta il primo dell'anno".
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Lavoro

“In Valle d’Aosta venerdì scorso si è consumata l’ennesima tragedia sul lavoro. Un lavoratore edile (poco importa se fosse il titolare della ditta, era un lavoratore, punto) ha perso la vita in un cantiere a Chambave. Nella nostra regione purtroppo ci siamo lasciati alle spalle un 2024 con cinque morti sul lavoro. Non siamo neanche a metà di questo 2025 e si conta il primo morto sul lavoro dell’anno“.

A scriverlo Edili Cgil e Uil VdA, che in una nota chiedono che “politica e istituzioni si assumano le proprie responsabilità”.

“I dati di questi ultimi anni dovrebbero porre un interrogativo a istituzioni e politica – scrivono infatti i sindacati –. È una strage che ha responsabilità politiche precise, a maggior ragione in Valle d’Aosta dove il numero di ispettori è ridotto al lumicino, anche alla luce dell’accorpamento con il Piemonte”.

Non solo: “Sta passando il concetto che meno lacci e lacciuoli lasciano libere le imprese di espandersi, che semplificare è meglio e invece si deregolamenta – dicono ancora le parti sociali –. È necessario rimettere al centro dell’attenzione la tutela di lavoratrici e lavoratori: senza questa volontà non si potrà arrivare ad una decisa inversione di tendenza. Chiediamo per l’ennesima volta un osservatorio strutturato, con la presenza della politica, delle organizzazioni sindacali, delle imprese. Non sono frasi di circostanza o puri slogan fini a se stessi, ma il lavoro deve essere sicuro, perché non esiste che diventi luogo di queste stragi. Il lavoro è vita, non è concepibile che si muoia. È straziante pensare che i lavoratori escano di casa al mattino e non vi facciano più ritorno con le loro gambe”.

Marco Anelli, segretario generale Feneal Uil Valle d’Aosta aggiunge: “Ogni vita spezzata sul lavoro è una ferita per l’intera comunità e rappresenta un richiamo forte e urgente alla responsabilità collettiva nel promuovere una cultura della sicurezza che metta al centro la tutela della vita e della dignità di ogni lavoratore. È nostro dovere, rafforzare costantemente l’impegno per garantire ambienti di lavoro sicuri attraverso la prevenzione, la formazione continua e il rispetto rigoroso delle normative”.

“Serve che tutti gli interessati migliorino e rafforzino il coordinamento tra i vari soggetti della filiera sicurezza: Regione, Ausl, Inail, Itl, Inps, Rlst. Questi devono saper parlare fra di loro, incrociare i dati a disposizione e monitorare le specificità del territorio, quindi istituire un tavolo tecnico permanente sulla sicurezza sul lavoro. A nome della Feneal-Uil Valle d’Aosta esprimiamo la nostra più sincera vicinanza e il nostro cordoglio ai familiari e a tutti coloro che gli erano affezionati”, aggiunge.

Gli fa eco Roberto Billotti, segretario generale Fillea Cgil VdA: “L’attenzione deve essere posta verso tutti (lavoratori, impresari), come nel caso specifico che tra le altre cose è stato anche nostro iscritto. Lo conoscevamo ed era una persona rispettosa e con un grande senso del lavoro. Una tragedia. Lascia moglie e figli da soli”.

Quanto avvenuto, dice ancora Billotti vede “la situazione ancora più ingarbugliata visto che era lui stesso il titolare della ditta. Mi sento di fare un appello accorato a tutti i lavoratori (e includo impresari e operai) nella necessità di prestare attenzione a ogni singolo dettaglio perché non è concepibile uscire di casa con le proprie gambe e non rientrarvi nello stesso modo. Ripeto: è necessaria la massima attenzione, tutti i giorni e in ogni momento che si svolge il proprio lavoro. Non cerchiamo responsabilità o cause, non è questo il momento ed è un aspetto che viene seguito da organi preposti per questo. La salute e la sicurezza di tutti i lavoratori deve essere sempre e comunque messa al primo posto da tutti: istituzioni, politica e individualmente ognuno di noi”.

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