La Valle d’Aosta ha salutato il mese di maggio sotto la neve a quota più alta, dove tra domenica 30 aprile e lunedì 1º maggio le intense precipitazioni hanno creato un nuovo manto bianco di spessore importante.
“Abbiamo registrato più di 60 centimetri al di sopra dei 3 mila metri, mentre al di sotto gli accumuli si sono rivelati meno rilevanti e fermi tra i 30 centimetri e i 50 centimetri per via della stagione primaverile già inoltrata – commenta Umberto Pellegrini, previsore del Centro funzionale della Valle d’Aosta -. Attorno ai 3.500 metri della dorsale settentrionale di Cervinia, la neve è arrivata a toccare addirittura gli 80 centimetri, ma anche il monitoraggio manuale nelle Valli del Gran Paradiso ha rivelato ben 50 centimetri presso il rifugio Chabod”.
Cessate le ultime precipitazioni tra il pomeriggio e la serata di ieri e scattati i primi rilievi itineranti o tramite stazioni, la perturbazione prima piovosa e poi nevosa che ha appena interessato la regione ha messo a dura prova la stabilità del manto alle quote più elevate.
“La situazione attuale è molto variegata e legata alle intense precipitazioni dei giorni scorsi e all’azione del vento, che sta entrando oggi da nord ma che sarà in attenuazione già da domani – illustra Andrea De Bernardi dell’ufficio regionale neve e valanghe -. In sostanza, la nuova e copiosa neve dei giorni passati è andata a sovraccaricare un manto nevoso di per sé critico innescando, tra domenica e lunedì, valanghe di dimensioni importanti su tutto il territorio regionale”.
Il bollettino neve e valanghe relativo a oggi, martedì 2 maggio, comunica un grado di pericolo 4, forte, sulla dorsale di confine e sino alla Valsavarenche; le condizioni di domani sono tuttora in fase di valutazione, ma è probabile che l’allerta scenda sino a 3, marcata, per la possibilità di distacchi provocati e spontanei.
“Attualmente il pericolo pare in fase di attenuazione però nei prossimi giorni lo zero termico e le temperature subiranno un ulteriore innalzamento – prosegue De Bernardi -. Consigliamo pertanto a coloro che vogliamo praticare attività escursionistiche o sport outdoor di prestare molta attenzione e di consultare il nostro bollettino perché non è escluso che possano verificarsi altre valanghe spontanee o provocate dal singolo sciatore”.
Secondo gli esperti del Centro funzionale, questa ultima nevicata primaverile rappresenta per la Valle d’Aosta non tanto un evento eccezionale bensì un avvenimento un tempo abitudinario ma ora divenuto raro.
“Per fortuna molti bacini valanghivi delle parti medie e basse erano sgombri dalla neve – commenta per concludere De Bernardi -. Questo ha permesso ai nuovi fiocchi di trovare attrito sul terreno fermandosi nelle parti mediane senza raggiungere il fondo valle”.