“Speriamo che non succeda come l’estate scorsa, dopo una primavera scintillante piena di prenotazioni, quando i cambiamenti climatici, la montagna in grande sofferenza per il caldo e le questioni legate alla cattiva informazione sulla Marmolada, non ci hanno comunque agevolato”. All’indomani dell’assemblea generale dell’Unione Valdostana Guide di Alta Montagna, è tutto rivolto all’inverno ai blocchi di partenza lo sguardo del presidente Ezio Marlier.
Il ricordo del calo “che, per quanto riguarda l’alta montagna, quindi ghiacciai e l’accesso ai rifugi in alta quota, ha significato quasi un -50%” è ancora vivo e fa dire alla “guida delle guide” che “abbiamo assolutamente bisogno, e questa neve ci fa assolutamente sperare, di un inverno importante, non solo per il nostro lavoro, ma per tutto ciò che il caldo ha generato quest’estate. Abbiamo bisogno di tanta neve”.
“Continuare ad essere una risorsa”
Parlando nel contenitore di attualità del mattino di Radio Proposta Aosta, Valle d’Aosta Minuto per Minuto, Marlier ha ricordato che “le guide alpine sono l’inizio del turismo sulle montagne. La compagnia guide più anziana è del 1820. Questi 200 anni ci sono stati, le mode sono cambiate, ma le guide continuano ad esistere. Questo significa che, nel nostro dna, c’è un modo di adeguarsi al cambiamento”.
Per cui, “credo che il nostro futuro sia continuare la strada che abbiamo instaurato, continuare ad essere una risorsa per chi ci veda tale”. Una risorsa, di supporto a tutti, ma “abbiamo bisogno comunque di una grossa mano. – ha aggiunto Ezio Marlier – Siamo una categoria piccola, con tante specificità. Quindi abbiamo bisogno di tutti e le relazioni servono a migliorare il nostro status. Da un punto di vista contributivo, da un punto di vista di lotta contro l’associazionismo di un certo tipo”.
“Esserci sui tavoli nazionali”
Della necessità di combattere l’abusivismo, di associazioni “che operano al di fuori delle regole, non pagano le tasse”, ha parlato alla platea dei professionisti alla montagna, in collegamento, il ministro del turismo Daniela Santanché. E’ il secondo rappresentante del governo che, in pochi giorni, lancia segnali alla Valle. Prima di lui, nello scorso week-end, era salito tra le montagne della nostra regione il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin.
Presenze “illustri”, che per Marlier rappresentano i frutti dell’“enorme lavoro che stiamo facendo da oltre due anni. E’ quello che ci si era prefissati. Arrivare sui tavoli per cambiare il nostro status. Siamo una piccola categoria e non siamo stati così ascoltati fino ad oggi. Ora devo dire che in ambito regionale ci stanno dando una grossa mano, ma è importante, se si riesce, andare a cambiare le cose anche sui tavoli nazionali”.
Il “peso” del sistema montagna
Di rilievo, per il Presidente dell’Uvgam, anche il fatto che al tavolo dell’assemblea ci fossero “il presidente nazionale delle guide alpine Martino Peterlongo, il presidente nazionale del Club Alpino Italiano Antonio Montani, il presidente nazionale del collegio maestri di sci Beppe Cuc e un rappresentante degli impianti a fune, Ferruccio Fournier”. Una partecipazione che “fa capire che peso ha la montagna e che peso hanno le guide alpine della Valle d’Aosta”.
Obiettivo: avvicinare i giovani
Perché, “la montagna non è solo un ghiacciaio o una scalata. La Valle sono i nostri agricoltori, i vignerons, Tante volte confondiamo la montagna con l’alpinismo. L’alpinismo è un pezzo di questo puzzle, ma in Valle d’Aosta il puzzle montagna è molto più grande, passa attraverso mille sfaccettature. E queste sfaccettature basta guardare fuori e ce ne rendiamo conto. La Valle d’Aosta è bella, perché c’è qualcuno che la cura”.
Anche per questo, Marlier rilancia l’idea “magari assieme ai maestri di sci, e di cui parliamo da troppo tempo”, di una “scuola delle professioni di montagna”. Un progetto per “avvicinare gli studenti a queste pratiche, ma portando a casa una laurea”. Preoccupazioni che vanno di pari passo, tra le guide, sono quelle legate ai cambiamenti climatici: “Noi da 30 anni stiamo urlando ‘i ghiacciai stanno arretrando’. Quello che mi stupisce è che ce ne sia accorti solo quest’anno e, soprattutto, in una maniera così ignorante”.
“Si parla troppo, ma non con chi sa”
“Però, – conclude il Presidente – con le grandi istituzioni che abbiamo in Valle d’Aosta, come Montagna Sicura, le guide alpine, l’ufficio Arpa, noi abbiamo dei dati, sappiamo esattamente che cosa sta succedendo e io credo siano le strutture a cui si debba fare riferimento. Si parla troppo, ma troppo poco con le persone che sanno veramente le cose”. Ecco che, oltre alla neve, c’è bisogno di cultura della montagna. I cambiamenti che lasciano il segno partono sempre da quello.
2 risposte
per combattere il cambiamento climatico mi sembra un’ottima idea usare 120 milioni di euro delle nostre tasse per andare a mettere dei piloni in cemento in una ZPS.
ministri ridicoli che di fronte alla tragedia immensa dei cambiamenti climatici sanno tirare fuori solo la lotta all’evasione fiscale.