In attesa del prossimo intervento sul monumento al Soldato valdostano, l’Amministrazione di Aosta ha provveduto qualche giorno fa ai lavori di restauro sulle due fontane di piazza Chanoux, le statue che rappresentano la “Dora” e il “Buthier”.
“L’intervento più delicato – scrivono dal Comune – è stato quello che ha interessato la fontana ‘Dora’. La scultura era rimasta mutilata di un frammento di naso che è stato ricollocato sulla statua mediante l’interposizione di un perno in vetroresina fissato con resina epossidica bicomponente. Inoltre, le stuccature eseguite nel precedente restauro (1999) avevano fatto ricorso a elastomeri (gomme artificiali) che in alcune zone, specie nel piede sinistro, erano sollevate e avevano causato infiltrazioni d’acqua nel monumento. Dopo la rimozione dell’elastomero degradato, le fessure sono state infiltrate con malta idraulica fluida, poi stuccate con malta a base di calce e inerti scelti. Infine, si è provveduto alla rimozione delle alghe con bisturi e spazzole, prima di un trattamento della pietra con alghicida”.
Per quanto riguarda la fontana “Buthier”, anche in questo caso alcune le vecchie stuccature realizzate con elastomeri si erano sollevate, soprattutto sul retro del polpaccio sinistro.
“Alcune stuccature erano macchiate da una sostanza brunastra – scrive ancora l’amministrazione comunale – risultata poi tannino proveniente da zeppe lignee ormai completamente decomposte. I residui di legno sono stati rimossi così come gli elastomeri degradati. Con l’intervento si è anche provveduto a sigillare e a stuccare un punto di profonda infiltrazione di acqua nell’alloggiamento dell’asta del tridente sulla pietra, mentre i giunti fessurati sono stati stuccati con malta a base di calce e inerti scelti. Anche la fontana-monumento dedicata al Buthier è stata sottoposta a pulizia dalle alghe e al trattamento della pietra con alghicida”.
Le due fontane in pietra fanno parte dell’apparato decorativo che completa il complesso neoclassico dell’Hôtel de Ville, realizzato tra 1838 ed il ‘42. L’autore è identificabile per ragioni stilistiche nello scultore Giuseppe Argenti (Viggiù, Varese 1810 – Novara 1876).