“Non possiamo vanificare lo sforzo che è stato compiuto dagli italiani. Nel resto del mondo i casi continuano ad aumentare. Per questo è giusto prorogare di alcuni mesi lo stato d’emergenza”.
A dirlo, nel suo intervento in aula – dopo le comunicazioni del Presidente del Consiglio Conte – il senatore dell’Union Valdôtaine, e vicepresidente del Gruppo per le Autonomie, Albert Lanièce.
“Fino al giorno in cui ci sarà il vaccino per tutti saremo nella convivenza col virus. E ricordiamoci che nei i paesi dove i casi non diminuiscono, dagli Stati Uniti, al Brasile al Regno Unito, molte decisioni sono state prese in contrasto con il parere dei comitati tecnico-scientifici. L’Italia non deve cadere nella stessa tentazione, ma continuare sulla strada intrapresa a gennaio quando, davanti a due soli casi, fu comunque dichiarato lo stato d’emergenza. Una scelta giustissima, che ci ha fatto trovare pronti quando sono scoppiati i primi focolai in Lombardia e Veneto”.
Scelta che, oltretutto, secondo Lanièce permetterebbe di rimettere in assetto la sanità del Paese: “Inoltre – ha infatti proseguito il senatore valdostano – la proroga dell’emergenza consentirebbe di completare la riorganizzazione del sistema sanitario, dal territorio alle strutture ospedaliere dedicate. Ed è la strada più efficace per mettere in sicurezza gli ambienti scolastici e garantire un’ordinata apertura del nuovo anno. Noi dobbiamo evitare che scoppi una seconda ondata: è di vitale importanza per non vedere la crisi tramutarsi in una depressione economica e sociale”.
Questione che passa per i territori: “Le autonomie locali e le regioni a statuto speciale che noi rappresentiamo – ha spiegato ancora –, possono essere determinati, potendo esercitare le loro competenze per gestire al meglio le esigenze di tutti i cittadini. E quindi siamo a ribadire un pieno rispetto dei nostri Statuti d’Autonomia. Noi abbiamo abbandonato la tempesta, ma la nave non è ancora in un porto sicuro. Per questo dobbiamo stare tutti dalla parte degli anziani, dei disabili, degli ammalati cronici, dei bambini, di tutti coloro che sono particolarmente vulnerabili. Il nostro comportamento responsabile è rivolto a loro e alla memoria delle 35.000 persone che ci hanno lasciati per sempre”.