Crisi politica, quel dialogo con l’Uv che divide il centrodestra
Il 2 febbraio si avvicina. Non un giorno qualsiasi, ma quello – pare – della “verità”. Quando cioè il Conseil Fédéral, il parlamentino unionista, analizzerà e voterà due posizioni per la direzione da prendere nel dopo Lavevaz: un’alleanza con le forze progressiste “in coerenza con il percorso politico avviato negli ultimi anni a livello regionale oltre che nel comune di Aosta”, oppure quella con il centrodestra “per rilanciare l’attività amministrativa” e dialogare più facilmente con Roma.
La scelta da prendere, però, non divide solamente il Mouvement. Se l’appuntamento del 2 febbraio rischia di spezzettare ancora una Union già spaccata, dalle parti del centrodestra le cose non sono più semplici. Anzi.
Durante lo scorso Consiglio regionale, gli eletti di Lega Vallée d’Aoste e Forza Italia VdA spiegavano che “consci della necessità di fornire una risposta urgente ai tanti dossier rimasti aperti” e “considerato il fallimento dell’esperienza di un governo che guardava a sinistra” certificato dalle dimissioni di Lavevaz “si rendono sin d’ora promotori di un dialogo con tutte quelle forze politiche che intendono affrontare i problemi della nostra comunità. Dialogo che vuole essere costruttivo e libero da pregiudizi e da qualsivoglia forma di personalismo”.
Questione ribadita in aula dal capogruppo del Carroccio Andrea Manfrin “tenendo fermi i temi su cui si sono già trovate delle convergenze nell’incontro del 29 dicembre”, ovvero il giorno delle “prove tecniche di disgelo” tra l’Uv e le delegazioni di Lega e Forza Italia nel summit in Avenue des Maquisards.
Tutte le perplessità di Forza Italia
Proprio dai lidi azzurri, Forza Italia Valle d’Aosta, su Facebook, riaffermava sì di essere “disponibili solo ad un governo a trazione centrodestra”, specificando a chiare lettere di non gradire affatto un nuovo Esecutivo “con un centrodestra a rimorchio”, ricordando però come “Il centrodestra può esistere, essere definito tale ed essere vincente solo se unito e se tutte le forze che lo compongono sono rispettate. Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e Noi Moderati”.
In caso contrario, “non possiamo accettare la politica del quiz televisivo, con tanto di scelta tra la busta A o B”. Senza velleità di governare a tutti i costi: “Noi continueremo serenamente a fare opposizione seriamente (ma molto attentamente). Prima o dopo la parola tornerà ai valdostani che, tramite il loro voto, sapranno valutare le azioni (o le non azioni) di chi era chiamato a rappresentarli”.
C’è chi dice no. Fratelli d’Italia: “Evitare compromessi al ribasso con gli avversari”
Fuori da palazzo regionale, però, le sensazioni sono molto diverse. Modo edulcorato per dire che nel centrodestra stesso – unito per le elezioni politiche che hanno portato Nicoletta Spelgatti in Senato – il dialogo con l’Union valdôtaine divide e scontenta.
Lo dice chiaramente Alberto Zucchi, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia Valle d’Aosta: “Noi sempre coerenti, non cambiamo idea – scriveva in una nota –. In innumerevoli riunioni durante le recenti elezioni politiche e anche dopo si è stabilito all’unanimità di tutte le forze politiche facenti parte del centrodestra in Valle d’Aosta che l’unica possibilità di poter fare parte di un governo regionale in questa legislatura, sotto l’egida di una coalizione vincente in tutta Italia, sarebbe stata la pregiudiziale ineludibile di una discontinuità con il governo precedente sostituito con uno a traenza centrodestra”.
Ma anche – in opposizione al diktat unionista – “un nuovo governo con una presidenza di centrodestra”. In caso contrario, l’auspicio di FdI è quello che le forze politiche della stessa area “promuovano una nuova legge elettorale maggioritaria da discutere e fare approvare al Consiglio regionale affinché si garantisca con senso di responsabilità la futura necessaria stabilità e consenta immediatamente dopo ai valdostani di tornare al voto sulla base di un programma condiviso, in un quadro di alleanza di centrodestra senza porte girevoli”.
Zucchi però, tra le condizioni sul tavolo, ha inserito una postilla di chiusa non di poco conto, rivolta direttamente all’Union: “Evitando compromessi al ribasso con i nostri avversari”.
Ma c’è di più, perché il coordinatore di FdI punta dritto anche contro il vertice regionale del Carroccio, Marialice Boldi, e in un tweet acuminato scrive: “Divertente la dichiarazione del Segretario della Lega VdA che dice che FdI, ora al 30 per cento, non può rivendicare un ruolo politico regionale perché non ha eletti in Consiglio Valle. Si capisce anche da queste cose il motivo per cui lei non è mai stata eletta. Noi arriveremo, stia serena!”.
Divertente la dichiarazione del Segretario della Lega VdA che dice che FdI ora al 30% non può rivendicare un ruolo politico regionale perché non ha eletti in consvda. Si capisce anche da queste cose il motivo per cui lei non è mai stata eletta. Noi arriveremo, stia serena!
— Alberto Zucchi (@ZucchiAlberto) January 30, 2023
Noi moderati-Udc: “La Lega non è autorizzata a parlare a nome del centrodestra”
Ancora più netta la presa di posizione di Noi moderati – Udc, che in una nota piccata firmata dai due segretari regionali – Orlando Navarra e Piero Vicquéry – punta il dito contro il Carroccio che, anzituttto, “ha la responsabilità di avere affossato il referendum consultivo per eleggere direttamente il presidente della Giunta e la maggioranza”, e in secondo luogo , “parla inopportunamente a nome dell’intera coalizione del centrodestra senza averne ricevuto mandato e – si legge ancora –, fatto ancora più grave, disattendendo gli impegni presi con gli alleati di Fratelli d’Italia e Noi moderati sulla partecipazione alle trattative con gli interlocutori”.
Navarra e Vicquéry giocano d’attacco: “I valdostani, quindi, non si meritano una coalizione di centrodestra vissuta dalla Lega come mero comitato elettorale e di affari valida solo per prendere, per convenienza, i voti dell’intera coalizione e le poltrone, vedasi elezioni politiche che hanno visto il successo dell’elezione di Nicoletta Spelgatti, per poi il giorno dopo dimenticarsi degli impegni presi”.
Non solo: Noi moderati “nel ribadire l’importanza strategica della coalizione di centrodestra non avallerà mai decisioni prese ai tavoli politici ai quali non partecipa”. Anzi, “nel dare quindi la più ampia disponibilità all’Uv, la Lega, pur di entrare nelle stanze del potere e sedersi sulle poltrone, è disposta a rinunciare anche alla presidenza della Regione riuscendo a sostenere, per il tramite del Segretario della Lega VdA, che FdI ora al 30% non può rivendicare un ruolo politico regionale perché non ha eletti in consiglio regionale e, a maggior ragione, non lo può fare la componente di Noi moderati senza la quale non sarebbe stata eletta la Senatrice Spelgatti”.
Boldi che “non è dunque autorizzata a parlare a nome del centrodestra in Valle d’Aosta, bensì esclusivamente a nome della Lega, non avendo mai ricevuto mandato in tale senso da Noi moderati, formazione politica facente parte a pieno titolo della coalizione vincente del centrodestra valdostano. Parlare quindi a nome del centrodestra senza averne mandato rappresenta una intollerabile forzatura per gli elettori di area che non meritano di essere ingannati e non apprezzano.