Dalla tariffa puntuale all’estensione del porta a porta: approvato il Piano regionale rifiuti

Fra gli obiettivi del piano regionale 2022 - 2026, approvato oggi in Consiglio Valle dall'attuale maggioranza, riciclo di materia a regime almeno al 65% e la raccolta differenziata almeno all’80% nel 2026, passando alla tariffa puntuale e quindi al principio che “chi meno rifiuti produce, meno paga”. Preoccupazione per il probabile aumento dei costi
Pattumiere - rifiuti - bidoni
Politica

Portare il riciclo di materia a regime almeno al 65% e la raccolta differenziata almeno all’80% nel 2026, passando alla tariffa puntuale e quindi al principio che “chi meno rifiuti produce, meno paga”. Estendere su tutto il territorio regionale la raccolta porta a porta e la raccolta dell’organico, il potenziamento del compostaggio domestico e l’avvio di quello di comunità. Incentivare la riduzione dei rifiuti e la promozione dei centri di riuso ma anche verificare, entro il 2026, la possibilità di andare verso un unico ATO. Sono alcuni degli obiettivi dell’aggiornamento del piano regionale rifiuti 2022 – 2026 approvato (18 a favore, 16 astenuti) dal Consiglio regionale nel pomeriggio di oggi. Il disegno di legge portato in aula è il risultato della sintesi fra due testi depositati da Pcp e dalla Giunta regionale

Nelle oltre 500 pagine il piano si occupa della gestione dei rifiuti urbani, speciali, della bonifica delle aree inquinate, dei criteri per l’individuazione delle aree non idonee, e delle aree idonee alla localizzazione degli impianti di trattamento dei rifiuti.

Per i rifiuti urbani il piano prevede inoltre la realizzazione del sistema impiantistico di trattamento a freddo, ambientalmente ed economicamente sostenibile e coerente con l’obiettivo di massimizzare il riciclaggio ed il recupero e ridurre al minimo il conferimento dei rifiuti in discarica.

“L’obiettivo generale è quello di ridurre l’attuale tendenza di aumento della produzione pro-capite dei rifiuti, di ridurre il conferimento in discarica, al fine di raggiungere l’obiettivo del 10% di rifiuti conferiti in discarica al 2035” ha detto nella sua relazione il Presidente della III Commissione Albert Chatrian, spiegando come il disegno di legge prevede oltre all’aggiornamento quinquennale, la possibilità di revisione “qualora dal rapporto di monitoraggio intermedio si evidenziasse che i risultati raggiunti non sono in linea con gli obiettivi o le ricadute ambientali del Piano stesso.”

Durante il dibattito è emersa la preoccupazione per il probabile aumento di costi.
“L’aumento della raccolta differenziata implica più mezzi in circolazione sul territorio. Tenuto conto che, nella realtà valdostana, i costi più elevati del servizio riguardano proprio il trasporto e la raccolta, si avrà un aumento indiscriminato delle bollette” ha evidenziato Pierluigi Marquis di Forza Italia Vda.
“Basare l’intero sistema di gestione dei rifiuti sulla differenziazione affidata alla buona volontà dei cittadini e alla capacità di differenziare correttamente è un primo punto debole perché la qualità del prodotto che emerge alla fine di questo ciclo è tendenzialmente bassa e la società Enval è obbligata alla ricompattazione del rifiuto o al trasporto fuori Valle negli impianti di pirogassificazione” gli ha fatto eco il consigliere della Lega Vda Luca Distort.
Preoccupazioni a cui ha risposto il Presidente Lavevaz evidenziando come “sia a livello pianificatorio che di messa in campo da parte degli enti locali, si sta facendo un grande sforzo. Nel Piano sono incluse analisi di tipo economico rispetto alla raccolta differenziata e si è visto che dopo un aumento iniziale in fase di prima applicazione, i costi tendono a ridursi, a fronte di un servizio che deve essere ben organizzato.”

Critiche sono arrivate anche da Pcp, che si è vista bocciare una serie di emendamenti “tesi a meglio regolamentare le discariche”, in particolare Pompiod e Chalamy. “Bastava poco per completare il percorso e dare ai cittadini le risposte adeguate  – ha sottolineato Chiara Minelli-  C’è poi il rammarico perché le scelte coraggiose inizialmente fatte  per la raccolta dei rifiuti urbani, sono state annacquate e rese meno incisive nel successivo aggiornamento, cosa che non porterà a lavorare con convinzione verso la strategia rifiuti zero”. 

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