“Questa mattina ho presentato un’interrogazione urgente al Presidente Conte e ai Ministri Boccia e Costa sulla discarica privata “Chalamy”, chiedendo di aprire un confronto con la Regione Valle d’Aosta sull’impugnativa delle leggi regionali che puntavano ad evitare la proliferazione di nuove discariche.” Lo annuncia in una nota il senatore dell’Union Valdotaine e vicepresidente del Gruppo per le Autonomie, Albert Lanièce.
“C’è grande preoccupazione – scrive Lanièce – per l’impatto che avrebbe una discarica per inerti speciali in una zona che si trova ai piedi del Parco Naturale del Mont Avic. A questo s’aggiunge che l’area è delimitata ad ovest dal torrente Chalamy e a Est dalla Dora Baltea, un’area venutasi a formare nel corso degli anni dai depositi del torrente “Chalamy” e su cui vigono i vincoli più restrittivi del punto di vista idrogeologico”.
Il senatore valdostano ricorda la petizione, promossa dal comitato di cittadini, che in poco tempo ha raccolto 13.000 firme contro la discarica.
“La legge regionale non puntava ad ostacolare la libera circolazione dei rifiuti speciali, ma a evitarne l’incentivazione, – sottolinea Lanièce – perché in un piccolo territorio come il nostro la loro sostenibilità economica potrebbe essere garantita solo attraverso un aumento esponenziale dell’importazione di rifiuti. Una legge che mirava a risolvere il problema dell’eccessivo afflusso di rifiuti per un territorio a limitata capacità ricettiva, senza per questo essere lesiva delle prerogative dello Stato centrale in materia ambientale dato che non vietava in alcun modo la circolazione dei rifiuti, e che oggi ci tutelerebbe dalla nascita di questa nuova discarica.”
La richiesta al Governo è, quindi, di rivedere la sua decisione e di “venire incontro alle legittime preoccupazioni non solo da dei cittadini di Issogne e Champdepraz, ma di tutta la Valle d’Aosta.”
Sull’altra discarica, quella di Pompiod ad Aymavilles, oggetto di polemiche e critiche in questi mesi da parte dei cittadini, interviene invece Adu Vda. Commentando il sequestro preventivo disposto ieri dalla Procura di Aosta, il movimento esprime “la sua più viva soddisfazione per questo primo risultato e ringrazia l’operato prezioso del Comitato Discarica sicura di Pompiod, felice di aver potuto collaborare e aver dato un contributo concreto informando la popolazione e assumendo una posizione chiara ed inequivocabile nelle sedi opportune.”
Secondo Adu Vda: “Il degrado del territorio, il disagio degli abitanti che per oltre 18 mesi hanno respirato polveri nocive, il rischio di contaminazione delle colture a fianco alla discarica, l’incredulo traffico di mezzi pesanti inerpicati su stradine di campagna che dovrebbero essere destinate a salutari passeggiate, la quiete disturbata di una fauna e di un sito protetti e riconosciuti “di alto interesse naturalistico”….
Tutti questi elementi, in un Paese civile, avrebbero dovuto essere più che sufficienti per indurre i rappresentanti politici a schierarsi immediatamente dalla parte dei cittadini. Purtroppo non è accaduto.
Chi aveva il potere di intervenire non lo ha fatto. Hanno prevalso la diffidenza, l’affrettata e superficiale rassicurazione, sino ad arrivare alla decisa sottovalutazione dei pericoli per la salute di chi si preoccupava “inutilmente” e non lontani dalla derisione della comunità allarmata”.