Egomnia, Rosy Bindi: “Il Presidente/prefetto è un conflitto di interessi”

Raggiunta dai microfoni della Tgr regionale Bindi, già alla Presidenza della Commissione parlamentare antimafia, spiega che il Presidente della Regione non può avere le funzioni "relative al potere di scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose".
Rosy Bindi, Commissione Antimafia
Politica

“Ci risulta alquanto singolare che in questa regione ancora non si è indagato sul voto di scambio, per capire se c’è un tentativo di condizionamento”.

Avevano fatto scalpore, due anni fa – era l’ottobre 2017 – le parole di Rosy Bindi, all’epoca Presidente della Commissione parlamentare antimafia in visita in una Valle d’Aosta che ancora non era finita al centro delle burrasche giudiziarie “Geenna” prima e “Egomnia” poi.

Oggi, dopo il flusso di notizie di questi giorni e le dimissioni da Presidente di Fosson e da assessori di Viérin e Borrello, Bindi torna sul tema, lo fa con fermezza e con una convinzione: il Presidente della Regione non può coincidere con il prefetto.

Ai microfoni della Tgr, anzitutto, l’ex parlamentare spiega che quella “Pax valdôtaine” di cui parlò all’epoca era evidente eccome: “Secondo noi c’erano molti indizi e per questo ci permettemmo di segnalare a tutte le autorità, alla Regione e soprattutto ai valdostani che la vigilanza doveva essere molto forte perché non c’è sicuramente identificazione tra calabresi e ‘ndrangheta ma quando in piccole comunità c’è una presenza massiccia di calabresi e tra questi ci sono note famiglie come quelle appartenenti a Nirta, un grande latitante ‘ndranghetista catturato poi in Spagna, è evidente che è necessario fare le inchieste ma è necessaria anche una grande vigilanza da parte della politica e dei cittadini”.

Poi il punto focale, l’invito dell’ex Presidente della Commissione antimafia a cambiare le regole: “Aspettiamo le evoluzioni sul piano giudiziario – prosegue Bindi – nessuno è condannato per un’inchiesta, però è evidente ciò che noi in quella circostanza segnalammo come un’anomalia della Regione valdostana, cioè che il Presidente della Regione non può avere le funzioni prefettizie e in particolare quelle relative al potere di scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose. È un vero e proprio conflitto di interessi. Credo che in questa circostanza sarà necessario che il Parlamento, il Governo e la Regione Valle d’Aosta riflettano sullo Statuto valdostano”.

0 risposte

  1. Perché il Presidente della Regione sarebbe incompatibile col ruolo di prefetto e invece un capo di partito può fare il Ministro degli Interni che nomina i prefetti. Sapete perché’ col Decreto Luogoteneziale del 48, si attribuì al presidente della Valle D’Aosta, la funzione di Prefetto.

  2. Quello che dicon da tempo i pentastellati, tantopiù alla luce degli attuali avvenimenti. Un palese conflitto di interessi.

    Singolare che la Bindi avesse visto da tempo chiaramente la realtà delle connivenze tra mafia e politica, quello che molti valdostani, politici e non, non vedevano, o per convenienza o per cecità, anzi addirittura beccandosi ai tempi critiche da certi esponenti politici, come quella del sindaco di Aosta Centoz, che ora si erge, senza alcuna autorevolezza, a difensore della legalità.

    Ipocrisie politiche.

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