Elezioni politiche, Rete Civica: “Serve un fronte progressista unito”

"Una unità che pure rimane essenziale se si vuole fare una politica incisiva che sappia dare risposte valide e lungimiranti alla comunità valdostana" evidenzia il coordinamento regionale di Rete Civica.
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“Nel collegio uninominale della Valle d’Aosta ancora una volta non è stato possibile, come Rete Civica aveva auspicato, presentare agli elettori uno schieramento progressista unitario e credibile. Una unità che pure rimane essenziale se si vuole fare una politica incisiva che sappia dare risposte valide e lungimiranti alla comunità valdostana”. Così il coordinamento regionale di Rete Civica commenta l’esito delle elezioni politiche.

“I risultati delle elezioni del 25 settembre evidenziano un quadro complessivamente negativo per chi opera per una società più attenta al mondo del lavoro, alle fasce deboli, ad una economia verde, ad una politica in grado di affrontare e risolvere i problemi della comunità” scrive il Coordinamento regionale. “Innanzitutto è grave l’ulteriore riduzione di coloro che si esprimono attraverso il voto. Nel Paese l’astensione è cresciuta e in Valle d’Aosta, sommando astensioni, schede bianche e nulle, si arriva addirittura al dimezzamento circa degli elettori. Dato che indica una crescente distanza dalla politica, dai suoi metodi e dalle sue regole, che sono da riformare radicalmente e, del resto, le proposte non mancano”.

Ricordando come a livello regionale nessun “candidato progressista sia stato eletto”, Rete Civica evidenzia la necessità di “un fronte progressista unito per accrescere le opportunità di lavoro, per puntare con maggiore decisione su una economia green, per un servizio sanitario più efficiente, per costruire una Valle d’Aosta del futuro in cui il turismo dovrà puntare di più sulla qualità ambientale e sui beni culturali, per contrastare il caro energia su cui la Regione non sta facendo quanto è necessario”.

Per questo serve “una riflessione” “fra le forze che si considerano progressiste o di sinistra; altrimenti, se permarranno steccati divisivi e debolezze programmatiche, si sarà destinati ad un ruolo marginale e poco utile per l’intera comunità”.

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