Elezioni regionali: la Lega vince ma rischia di restare con il cerino in mano

Un mese di trattative per dare vita al nuovo governo regionale dove, almeno sulla carta, sembra favorito l'accordo fra le forze autonomiste e progetto civico progressista.
Il comizio di chiusura con Salvini
Politica

E ora cosa succederà? Mentre è terminato lo spoglio per i 66 comuni valdostani andati al voto domenica 20 e lunedì 21 settembre, in piazza Deffeyes cominciano le riflessioni sul futuro governo che tenterà di guidare per cinque anni la Valle d’Aosta.
Rispetto a due anni fa, la situazione sembra, sulla carta, meno ingarbugliata. Alla vigilia delle elezioni l’Union Valdotaine ha già fatto una scelta di campo: il centro sinistra. Prima l’accordo con Progetto Civico a sostegno del governo Testolin, poi l’alleanza sulle elezioni comunali di Aosta. I sette eletti del Leone Rampante sommati ai 7 di Progetto Civico e ai 4 di Alliance Valdotaine, tutti nella stessa coalizione ad Aosta, danno come risultato una prima, debole, maggioranza a 18. Altri tre voti andranno cercati in VdA Unie. Ieri Luciano Caveri e Corrado Jordan, i primi due eletti della lista, hanno già dato indicazioni chiare sul tavolo al quale vogliono sedersi per dar vita ad un nuovo governo.

Tardiva, quindi, l’apertura della Lega al Mouvement. Il paradosso, almeno per gli osservatori esterni, è che il Carroccio, primo partito con 15.837 preferenze, 5mila in più rispetto a due anni fa, e con quasi il 24%, venga relegato in opposizione, nonostante le dichiarazioni del segretario Matteo Salvini: ”Siamo pronti a governare questa splendida terra nel nome dell’Autonomia, del rinnovamento, del lavoro e della bellezza”.

La minoranza potrebbe essere nel destino anche di Pour l’Autonomie. Nel divide et impera questa volta sembra avere la meglio, per Augusto Rollandin, il “divide”. L’ex Presidente della Regione, quarto candidato con 1063 preferenze (Nda la prima è Nicoletta Spelgatti con 1777) in questo periodo storico è come Kryptonite per Superman. Condannato nel marzo 2019 a quattro anni e sei mesi per corruzione, rimarrà sospeso fino a novembre dal Consiglio Valle per la Legge Severino. Al suo posto, provvisoriamente, entrerà il primo escluso Marco Carrel. Per questo la Commissione parlamentare antimafia ha inserito Rollandin fra i 13 “impresentabili” in tutta Italia di questa tornata elettorale. L’imperatore ha, inoltre, quattro processi penali di secondo grado in arrivo. Inoltre, assieme ad altri cinque consiglieri regionali, neo eletti, (Restano, Marquis, Testolin, Marguerettaz e Baccega) ha l’appello in Corte dei Conti, in programma il prossimo 14 ottobre, sulla questione finanziamenti alla Casa da gioco. Con l’altro eletto di Pour l’Autonomie, l’Assessore regionale uscente Baccega, in primo grado ha avuto la condanna più pesante: 4 milioni e mezzo. In caso di condanna definitiva si aprirebbe per tutti i consiglieri coinvolti uno scenario di “lite pendente” con la Regione. Tradotto: o paghi o vai a casa.

Sulla fine prematura dello scorsa legislatura aveva sicuramente pesato l’inchiesta Egomnia, sul condizionamento da parte di una locale di ‘ndrangheta delle regionali 2018, che portò alle dimissioni dell’allora presidente del governo regionale Antonio Fosson e dei due assessori Stefano Borrello e Laurent Viérin, nonché del consigliere Luca Bianchi. Inchiesta di cui, anche alla luce dell’esito del recente processo Geenna, è attesa la chiusura, senza escludere ulteriori sviluppi che potrebbero nuovamente terremotare l’assemblea regionale.

Il primo Consiglio Valle è convocato per il 20 ottobre. Un mese di tempo, quindi, per formare la nuova maggioranza e spartirsi le cariche apicali. Punto dolente, quest’ultimo, di qualsiasi trattativa.

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