Forze dell’ordine protestano anche ad Aosta contro i tagli del Governo alla sicurezza

Silvio Berlusconi : "non ci sarà nessun taglio alla sicurezza".Ma secondo le forze dell'ordine i tagli previsti per i prossimi tre anni impediranno di difendere tutti i cittadini. Oggi la protesta di polizia, esercito, carabinieri e finanzieri.
La protesta davanti alla Questura di Aosta
Politica

Polizia, esercito, carabinieri e finanzieri sono scesi in piazza per protesta contro i tagli sulla sicurezza. Alle accuse di ridurre i fondi per le forze dell'ordine però oggi, giovedì 17 luglio, il premier Silvio Berlusconi ha risposto in modo lapidario: "non ci sarà nessun taglio alla sicurezza".
Ma secondo le forze dell’ordine i tagli previsti per i prossimi tre anni impediranno di difendere tutti i cittadini. Non sarà, infatti, possibile l'acquisto di autovetture, di mezzi, di strumenti utili per svolgere il servizio; non si potranno rinnovare le armi in dotazione, non si potranno acquistare munizioni, divise e quant'altro serva per l'ordinaria amministrazione. Non solo, secondo i rappresentati di categoria delle forze dell’ordine, l'organico subirà una riduzione di 40.000 unità dovuta al mancato turn-over del personale.

Questa mattina, in tutta Italia, i sindacati di polizia e Co.Ce.R sono scesi in piazza per protestare contro il governo Berlusconi. Anche ad Aosta, una delegazione ha distribuito voltantini informativi davanti alla Questura. Per la prima volta hanno aderito alla protesta tutte le sigle sindacali del comporto sicurezza, non solo della polizia, ma anche della polizia penitenziaria, del corpo forestale dello stato, delle rappresentanze militari dei carabinieri, finanza ed esercito. "Se non viene modificata la norma dei tagli alle risorse – hanno spiegato le varie rappresentanze sindacali – i cittadini saranno deflagrati perché si ridurrà drasticamente la sicurezza, la visibilità a la presenza (di forze dell'ordine) sul territorio".

Secondo i sindacati, le decisioni di questo Governo, in materia di sicurezza, sono in contraddizione rispetto all’obiettivo di collocare proprio la sicurezza e la difesa alle priorità dell’azione di Governo.

 

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