Gioco d’azzardo, nella distanza tra Comune ed esercenti la Regione tenta la mediazione
Torna tra i banchi della Commissione consiliare del Comune di Aosta il Regolamento di contrasto all'azzardopatia che in questi mesi si è mosso su un doppio binario: da un lato l'unanimità del Consiglio comunale e della politica, dall'altro le proteste degli esercenti e dei proprietari dei locali con all'interno macchinette slot.
A quasi due mesi dall'approvazione del regolamento, di fatto, le posizioni sembrano ancora inconciliabili, anche se dalle due commissioni congiunte di questa mattina (la prima e la terza) aperte anche ad esercenti e rappresentanti di categoria qualche spunto è arrivato.
Le perplessità degli addetti ai lavori
Se la posizione politica è stata chiara, lo scetticismo serpeggia tra chi vive o dà posti di lavoro anche attraverso il gioco d'azzardo legale.
Presente in Commissione, infatti, il Presidente Nazionale dell'Associazione Nazionale Servizi Apparecchi per Pubbliche Attrazioni Ricreative Raffaele Curcio mette il carico sulla discussione, tenendo ben fermo l'obiettivo comune di tutela della salute pubblica: “Il rischio di un regolamento come questo – spiega – è che mettendo certe distanze obbligatorie il gioco venga spostato nelle periferie, luoghi già di per sé inclini a maggiori disagi”. La direzione, secondo Curcio, dovrebbe essere quella formativa e preventiva: “Bisogna educare all'uso corretto del gioco – spiega ancora – con campagne sul codice etico, con consigli e avvertenze supportate da studi scientifici, corsi di formazione per esercenti e gestori di sale. È importante fare formazione e informazione per dare maniera agli esercenti, i primi ad aver contatti con i giocatori, di recepire i primi segnali di disagio e i problemi riguardanti il gioco”.
La preoccupazione è anche quella sulle ricadute occupazionali: “Come lavoratori del settore – spiega invece Patrick Aloisi, delegato della Federazione Italiana Tabaccai – abbiamo comprato una licenza allo Stato che permette sia di avere giochi pubblici che vendere tabacco. Siamo professionisti e veniamo trattati come se fossimo il problema, ma il proibizionismo porta alle bische clandestine e non credo sia questo l'obiettivo del Comune. L'impegno dovrebbe essere quello di parlare con il governo per creare una legge unica, perché così non si tutela di chi perderà il posto di lavoro”.
Preoccupato anche Graziano Dominidiato, Presidente della Federazione Italiana Pubblici Esercizi Valle d’Aosta: “Voler limitare gli orari, se non fatto ad ampio raggio, diventa penalizzante per coloro che sono al confine con un altro comune, perché niente impedisce ad un cliente che non può giocare di spostarsi e continuare”.
Il tavolo 'allargato' e la 'mezza frenata' regionale
Invitato in audizione, l'Assessore regionale alla Sanità Laurent Viérin si muove coi piedi di piombo, consapevole che il discorso di contrasto al gioco d'azzardo patologico è questione che va vista nell'insieme: “Le regole a livello nazionale sono ancora in un limbo – spiega – e lo Stato, primo beneficiario dell'indotto legato alle sale gioco e alle macchinette, deve decidere se è 'guardia' o 'ladro'. Nelle prossime settimane convocheremo una riunione operativa per analizzare le evoluzioni nazionali sulle deroghe e sul Piano strategico regionale che vorremmo mettere in atto per la prevenzione con misure concrete da mettere in campo per vedere tutti gli attori soddisfatti. È chiaro però che oggi un singolo ente locale non ha la forza di operare da solo, ma serve un raccordo ed un gioco d'insieme per avere maggiore incidenza”.
Un tentativo, forse, di mettere in accordo – con una supervisione dall'alto – sia gli esercenti che la tutela sulla quale ha lavorato la Legge regionale 15/2015 prima, ed il regolamento del Comune di Aosta poi. Tentativo che, viste le distanze di oggi, sembra missione assai complessa.