La Lega contro il nuovo tentativo di maggioranza a 19: “Un progetto già fallito due volte”
“Sconcerto”, superiore “al fallimento del voto del nuovo governo Testolin”. Perché “chi ha sottoscritto tale proposta programmatica e di governo intende ripresentarsi in Aula nel corso della prossima settimana”.
A scriverlo in una nota è la Lega Vallée d’Aoste, che spiega: “Ci chiediamo quale possa essere la motivazione che conduce ad una scelta di tale portata, tra l’altro a meno di 24 ore dall’accaduto, nonché alla vigilia della Festa della nostra Autonomia. Quali motivazioni hanno portato alla mancanza di 2 voti in Aula? Quale altra motivazione porta costoro a ripresentarsi come se nulla fosse al vaglio dell’urna?”.
“Crediamo, in tutta umiltà, che chi riceve una bocciatura dalla stessa maggioranza con cui si è presentato in Consiglio regionale dovrebbe prenderne atto e cambiare decisamente rotta – aggiunge il Carroccio -. Come può, invece, ripresentarsi un governo già sfiduciato sul nascere?”.
Eppure, si legge ancora, “al contrario, oggi constatiamo come i ‘17+2’ intendano invece riprovarci così come se nulla fosse, a distanza di qualche giorno. Le note debolezze di questo insieme erano evidenti sul nascere e lo abbiamo sottolineato più volte nel corso della discussione di venerdì: ciò si è puntualmente verificato! Una proposta che nasceva (e nasce) comunque e sempre ‘contro qualcuno’, partita dalla distribuzione delle poltrone prima che dall’elaborazione di un programma concretamente votato alla risoluzione dei grandi e piccoli problemi della nostra Comunità”.
Non solo: “È stato evidente a tutti che il prevedibile immobilismo, aggravato e sancito successivamente da dimissioni e riduzione numerica della maggioranza, è derivato da differenti visioni e dagli appetiti di troppe e diverse forze e singoli all’interno della maggioranza stessa. Perché perseverare in un progetto che è già fallito due volte? Perché rifare, senza la minima dignità, gli stessi errori?”.
Per questo, l’intenzione della Lega è quello di “promuovere nelle prossime ore una serie di confronti con tutte quelle forze presenti in Consiglio regionale (che lo vorranno), a partire dai programmi e dalle priorità per i Valdostani (così come fatto sino ad oggi), per verificare se vi sia uno spazio politico alternativo per dare finalmente una concreta stabilità di governo che possa affrontare subito tematiche e riforme urgenti e non più rinviabili”.
Valle d’Aosta aperta chiede di tornare al voto
Mentre gli autonomisti hanno deciso di riprovare a montare un governo a 19, Valle d’Aosta aperta si scaglia contro quanto avvenuto ieri in Consiglio regionale.
“Avevamo detto che il governo Testolin non era la migliore soluzione ai problemi valdostani – scrivono infatti Area democratica, Adu VdA e MoVimento 5 Stelle -. La sua auto distruzione ha confermato tutta l’inadeguatezza del gruppo di potere autonomisti e PD, oltre che la meschinità di una classe politica che dietro il voto segreto lavora solo per il proprio interesse personale”.
“La crisi non aspetta” si legge ancora nella nota di VdA aperta, che chiede “di sfruttare questi ultimi giorni di pieni poteri del Consiglio regionale (non c’è bisogno di un pasticciato governo di unità regionale), per votare alcuni provvedimenti non più rinviabili, ad esempio: la legge sui Vigili del Fuoco e Corpo forestale, Piano triennale contro la violenza sulle donne, un provvedimento di blocco degli sfratti e la legge contro l’omobitransfobia”.
“Oltre a una nuova legge elettorale che preveda il superamento della preferenza unica e la rappresentanza di genere anche in Giunta – aggiungono i movimenti -. E poi, finalmente, si torni al voto“.
Caveri: “Una trappola congegnata”
“Non ci sono vincitori nel voto che ieri sera ha impedito il decollo del Governo Testolin e non lo scrivo perché sarei stato membro di questo nuovo Esecutivo. Ad essere sconfitta è, infatti, la credibilità della politica intera, quando nasce l’impressione che i due voti mancanti allo schieramento di maggioranza non siano stati frutto di due franchi tiratori in libertà, ma di una trappola congegnata”.
A scriverlo, nel day after del Consiglio regionale che ha visto il nuovo governo Testolin “morire in culla” e l’implosione – di fatto – della maggioranza regionale, è Luciano Caveri. “Spero davvero che questa ricostruzione, su cui nella rabbia del momento ci si è attardati nella tarda sera, sia infondata e che si sia trattato di un errore – scrive poi –, cui si sarebbe sommato uno sfogo irrazionale e infantile di qualcuno. Quel che è certo è che l’esito è pessimo e spinge verso elezioni anticipate, che nuocerebbero anche agli eventuali mandanti e di certo agli anonimi che hanno colpito nell’ombra, creando per la seconda volta, come già nella scorsa Legislatura interrotta anzitempo, un vuoto di potere letale in un momento politico pieno di argomenti importanti e di dossier complessi che esigono risposte”.
“Spero che si possa in breve reagire all’evento, ricostruendo i fatti (compreso l’attardarsi sospetto sulle modalità di voto) e trovando una soluzione per il rispetto delle persone e delle istituzioni valdostane. Chi alimenta una logica da cupio dissolvi, cioè una volontà masochistica di autodistruzione, si guardi allo specchio”, chiude Caveri.
Rete Civica: “Risultato disastroso”
“Neanche 18 voti per il candidato Testolin. La nuova maggioranza si è schiantata alla prima votazione. Era una operazione spericolata perché condotta senza una analisi seria delle cause, senza aver risolto nessuna delle contraddizioni interne e soprattutto senza un programma che non fosse la mera gestione dell’esistente”.
A scriverlo, in una nota, è Rete Civica che parla di un “risultato disastroso”. Il movimento aggiunge: “Due anni di critiche alla Giunta Lavevaz da parte dei colonnelli, due anni di ammiccamenti alla Lega, due anni di accondiscendenza silenziosa e opportunista dei cinque FP-PD. Due anni di giochi spericolati ma, alla fine, i conti non sono tornati. La proposta era scadente. La Giunta Testolin cumulava infatti un record di elementi negativi: Presidente inadeguato, composizione degli assessorati senza logica, scelta di Assessori senza una valutazione delle competenze, neanche una donna in Giunta, Programma evanescente”.
Non solo: “Politicamente era un ribaltamento delle posizioni portate avanti nel 2020 dall’Union Valdôtaine” dice ancora Rete Civica, quando “l’Uv si era presentata alle elezioni regionali con il volto nuovo di Lavevaz e chiudendo la porta in faccia a Rollandin, ora invece l’impostazione era capovolta: fuori dalla Giunta Lavevaz e dentro Carrel del gruppo di Rollandin. La Valle d’Aosta, dopo due anni di pandemia e anche grazie alla sollecitazione e alle risorse del Pnrr, si trova ora in un momento favorevole per un rilancio delle attività economiche, per andare avanti su scelte qualificanti per costruire un futuro basato su uno sviluppo sostenibile”.
“Il problema è però che questa perenne instabilità e questo scollamento dalla realtà e dalla vita delle cittadine e dei cittadini, sono un gran male per la comunità valdostana – si legge ancora –. In un momento simile ci vorrebbero un Governo ed una maggioranza con idee chiare e progetti concreti nei principali settori della società valdostana. Ed invece la politica valdostana naviga in un mare tempestoso. Non si uscirà dal marasma se non si cambierà il sistema elettorale e se non si darà la possibilità agli elettori di decidere direttamente il Presidente della Regione e la maggioranza vincolati ad un programma chiaro”.