I sindaci chiedono di riformare i criteri di scelta dei segretari comunali

L'obiettivo è quello di rendere più rapida e snella la scelta del dirigente entro le prossime elezioni comunali del 2020. L'assemblea ha anche approvato l'ultima variazione di bilancio della Giunta Fosson.
Celva - immagine d'archivio
Politica

L’assemblea dei sindaci valdostani ha approvato all’unanimità l’ultima variazione di bilancio della Giunta regionale. Il documento è stato illustrato questa mattina agli amministratori dall’assessore alle Finanze Renzo Testolin. Dei 25,9 milioni di euro complessivi, sono circa 2 milioni e 650 mila quelli che riguardano direttamente gli Enti locali: «Saranno destinati – ha detto l’assessore – per il sostegno e il rimborso delle spese riguardo ai servizi agli anziani e alla prima infanzia». Altri 550 mila euro saranno però impegnati «per interventi di difesa del suolo previsti dalla legge 5 del 2001».

L’altro provvedimento in discussione dall’assemblea, passato a maggioranza con l’unica astensione del sindaco di Ollomont e presidente dell’Unité Grand Combin Joël Creton, è stato definito dal presidente Antonio Fosson «un attestato di affetto nei vostri confronti», perché si può considerare un primo passo verso il tentativo di risolvere la questione annosa che riguarda la scelta dei segretari comunali. In realtà, per ora ci si è limitati ad indire un concorso per colmare i sette posti vuoti dovuti ai pensionamenti con quota 100. Le richieste dei sindaci riguardano però principalmente la modifica, promessa da Fosson per settembre, della legge 6 del 2014.

«Abbiamo richiesto al legislatore di attivarsi, in tempi serrati, per risolvere le criticità di questa legge, partecipando alla Commissione consiliare in Regione – ha detto infatti il sindaco Giulio Grosjacques, membro del comitato esecutivo del Cpel – proprio in quest’ambito è infatti definito il numero delle sedi di segreteria».

Dall’assemblea è emersa la volontà di dare maggiore libertà e rendere più rapida la scelta del segretario comunale, spesso l’unico dirigente di un Comune. Ad oggi in Valle d’Aosta sono 28 gli ambiti che dopo le elezioni amministrative devono esprimersi per scegliere il loro dirigente e l’obiettivo è quello di regolare la questione prima della prossima tornata, nel 2020.

«Solo la Valle d’Aosta ha due elenchi e due albi di segretari con caratteristiche diverse – ha spiegato Fosson – nel resto d’Italia c’è un albo solo». L’idea è di mantenere questo assetto «Ci stiamo muovendo con l’esigenza di fare un concorso per nuovi segretari e, dall’altra parte, con un grande desiderio di rispettare e di non mortificare nessuno di quelli che sono iscritti all’albo secondo, che negli anni hanno lavorato bene».

Da quest’ultimo albo, composto da professionisti che non hanno il titolo di dirigente, si può pescare solo per il 15 per cento del numero di segretari complessivi. Generalmente, da qui attingono i territori valdostani meno comodi da raggiungere, che sono i primi ad avere diritto di scegliere il proprio segretario. Questo sistema dà così la prospettiva di assumere un ruolo di dirigente a chi non ne avrebbe titolo, a fronte di un sacrificio per quel che riguarda la comodità di raggiungere il posto di lavoro.

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