Il Consiglio fa “le ore piccole”: approvato il Bilancio previsionale in una seduta fiume

Ad inchiodare fino alle 2 di notte i lavori dell'aula, 30 mozioni collegate alla delibera di Bilancio arrivate dai banchi dell'opposizione. Ostruzionismo legato alle critiche per la gestione delle Commissioni. Al centro della ridda di critiche il Dup, Documento unico di programmazione.
Piazza Chanoux, Aosta
Politica

Non una prova di forza, ma un “avviso ai naviganti”. Il Consiglio comunale di Aosta ha approvato il Bilancio previsionale 2021/23, passato in Giunta a inizio marzo, in una seduta-fiume partita mercoledì mattina alle 9 e chiusa alle 2 di notte di oggi, giovedì 1° aprile.

Consiglio “inchiodato” da 30 mozioni collegate alla delibera di Bilancio presentate dall’opposizione, principalmente per restituir moneta ad una maggioranza alla quale hanno criticato – non poco – la gestione delle Commissioni congiunte prima, scegliendo poi di disertare la “quarta”, quella di presentazione del Dup.

Di fatto, le classiche domande da Commissione si sono trasformate in mozioni da discutere in aula. Da qui i tempi parossistici di un Consiglio, ed un segnale lanciato alla maggioranza: senza dialogo si fa muro.

Riguardo il Bilancio – che pareggia a 79 milioni 631mila euro, con 7 milioni 284mila per gli investimenti e oltre 62 milioni di spese correnti-, la Vicesindaca Josette Borre ha aggiunto qualcosa alle cifre ormai note, spiegando come le risorse siano quasi tutte dirottate sui servizi, da mantenere qualitativamente e quantitativamente, tagliuzzando piuttosto qua e là. E fa qualche esempio meno noto.

“Per il mercato coperto – ha spiegato – il Comune copre con risorse proprie circa il 60% del servizio. Riguardo cultura e spettacoli, il 25% è coperto dalla tariffa che chiediamo ai cittadini, il resto lo mette l’Ente. Poi c’è l’impegno sul sociale: per gli asili nido il Comune mette risorse proprie per oltre il 50% e per oltre il 30% per i servizi anziani il cui costo complessivo è di 5 milioni di euro, e oltre 2 milioni per i nido. Per gli impianti sportivi, le tariffe chieste ai cittadini coprono il 12,5% di costo di gestione. Le risorse proprie del Comune coprono poi un’importante fetta del servizio di refezione, investendo oltre il 60% di fondi propri”.

“Certo, le cifre potrebbero essere maggiori – chiude Borre – e speriamo che nel più breve tempo possibile le condizioni economiche ed il benessere di tutti i cittadini possano migliorare. Stiamo cercando di fare il possibile per coinvolgere il territorio e intercettare le necessità di tutti. E per questo ringrazio il lavoro fatto dalla Commissione speciale, indispensabile”.

La notte porta in Consiglio

La Commissione speciale aveva dato l’illusione di un ritrovato idillio tra maggioranza e opposizione, idea naufragata in fretta.

“Fuori dal Covid nessuna pietà”, si direbbe, con al centro delle fitte critiche della minoranza il Documento unico di programmazione.

Un “Bilancio che non c’è” per il consiglieri leghista Bruno Giordano: “Ritengo superfluo parlare di Bilancio. In una città che si vuole turistica si destinano 20mila euro in un anno, meno di 2mila euro al mese. Al Sindaco e al Presidente del Consiglio sono destinate meno risorse in un anno di ciò che viene dato a InVa in un solo mese, peraltro per seguire questa versione surreale del Consiglio online”.

L’ex Sindaco punta comunque sulla collaborazione, perché ciò che c’è in palio è troppo alto: “Tra il bando ‘Qualità dell’abitare’, il Superbonus 110%, il Bando periferie, i finanziamenti di Aosta Capitale e quelli per le ciclabili non è giunto forse il tempo di gestire queste risorse in maniera più efficace ed efficiente? Perché non pensare ad una società pubblica di progetto, magari con la Regione e gestire e coordinare almeno una parte di questi finanziamenti e sgravare l’Amministrazione da una mole di lavoro difficile da gestire per poche risorse interne? O ancora, perché non coinvolgere Aps? Noi abbiamo delle proposte, che speriamo possano essere colte”.

Più severo è Giovanni Girardini, Rinascimento VdA: “Nel Dup ci sono progetti clamorosi, sebbene ci sia mancanza di visione. Il timore è che questa Giunta faccia molto poco, o quasi niente, come fatto finora. La spesa corrente come spesso accade è penosa. Questo Dup è peggio degli altri. Dovrebbe dare speranza, parlare di iniziative per la ricostruzione del tessuto economico e sociale, di quando si risolleverà l’economia dopo questo periodo, ma non si parla di nulla”.

Si allinea Paolo Laurencet, dai lidi di Forza Italia, che punta il dito: “In una situazione come quella attuale, in una crisi mai sperimentata in precedenza, serve un cambio di paradigma. Ci si poteva confrontare maggiormente con l’opposizione, per avere un contributo diverso. La sensazione che lascia il vostro documento è che vinca il Covid, è evidente che non ritenete che l’economia e i privati possano ripartire”.

Il fuoco di fila dai banchi – sebbene ancora virtuali – dell’opposizione si fa fitto. Eleonora Baccini (Rinascimento) parla di “una sorta di vademecum senza anima e visione, senza una chiara strategia, senza lungimiranza e progettazione”. La sua collega Roberta Balbis spiega che “Ad ogni capitolo sono state inserite cifre previsionali che non possono essere considerate per delle iniziative utili alla città”. “È un Dup privo di visione, non vedo la ripresa, non vedo resilienza, non vedo l’attenzione agli imprenditori, ai commercianti o ai giovani”, chiosa invece Cristina Dattola.

Sergio Togni (Lega) dice che “gli indirizzi strategici sono la parte debole. Basare le visioni future sul Piano strategico, che tale non è, non è stata una scelta azzeccata. Di idee non ce ne sono molte, questa è una lista della spesa assieme ad una lista di problemi”. Per la sua collega di partito Sylvie Spirli “questo Dup non è altro che un bellissimo libro dei sogni”.

“È un documento che invita al sogno – attacca invece Renato Favre -, che però si infrange nel realismo della Vicesindaca che ci ricorda che il Bilancio ‘squadrava’ di 3 milioni, tanto che per far quadrare nuovamente i conti è stata aumentata l’addizionale Irpef dello 0,2%”.

Un altro modello?

In risposta, il Sindaco Gianni Nuti si focalizza sull’intervento di Giordano. Il problema è sveltire la macchina burocratica, e usare più e meglio le risorse aumentando la capacità di spesa dell’ente, vero “tallone d’Achille”.

“Ho perfettamente colto la ratio dell’intervento del consigliere Giordano – spiega -, infatti ho sempre detto che dobbiamo trovare altri strumenti e affiancare altre strutture. Che siano delle équipe di supporto al Rup, che sia Aps, l’Arer o un’altra partecipata regionale a seconda degli obiettivi specifici. Il modello del bando ‘Qualità dell’abitare’, in cui l’attuatore è un altro soggetto, è il modello di rete vincente e l’unica strada che abbiamo per poter smuovere questo pachiderma. È lì che si gioca la partita della legislatura”.

Il Consiglio comunale di Aosta foto Twitter
La seduta di Bilancio del Consiglio comunale di Aosta – foto Twitter

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