Il gruppo Fp-Pd ha depositato la proposta per la nuova legge elettorale

Il gruppo consiliare Fp-Pd ha depositato una proposta di legge elettorale con premio di maggioranza a 24 per la lista che ottiene il 50% delle preferenze. In caso contrario c'è il ballottaggio. Sulla parità di genere è prevista la presenza di donne in lista fino al 50% e la doppia preferenza di genere e presenza di entrambi i generi in Giunta.
Elezioni - Voto
Politica

Giovedì 27 aprile il gruppo consiliare Federalisti Progressisti – Partito Democratico ha depositato alla Presidenza del Consiglio Valle la proposta di legge con le disposizioni in materia elettorale. In particolare, l’iniziativa legislativa prevede una serie di novità rispetto alla normativa attuale: l’attribuzione di un premio di maggioranza, pari a 24 seggi, alla lista o alla coalizione di liste che ottiene più del 50 per cento dei suffragi, il turno di ballottaggio nel caso in cui nessuna lista o coalizione di liste ottenga il 50 per cento, tra le due prime liste o coalizioni – e l’attribuzione, anche in questo caso, di 24 seggi alla lista o coalizione di liste che ottiene il maggior numero di voti -, l’introduzione della doppia preferenza di genere, della presenza di entrambi i generi in lista per una misura pari al 50 per cento della composizione e la presenza obbligatoria di entrambi i generi in Giunta oltre all’estensione dell’elettorato passivo a 18 anni, la riduzione del numero di firme a sostegno della presentazione di una lista che deve essere di non meno di cinquecento e non più di mille elettori.

“La notevole instabilità politica degli ultimi anni ha determinato serie ricadute anche sull’attività amministrativa – specificano i consiglieri di Fp-Pd -. Abbiamo quindi lavorato per una proposta che si ponesse l’obiettivo di conseguire maggiore stabilità, senza adottare il modello di elezione diretta del presidente della Regione che, congiuntamente ad una maggioranza collegata, riteniamo possa rappresentare un’eccessiva concentrazione di potere in capo ad un’unica persona, a maggior ragione in una regione dalle dimensioni ridotte come la nostra. La nostra iniziativa intende anche affrontare la questione della rappresentanza delle donne in seno al Consiglio e alla Giunta. Pensiamo, infatti, che lo squilibrio verificatosi fino a oggi vada assolutamente cancellato”.

“In prima Commissione – concludono – è già iniziato il confronto sulla riforma dell’attuale sistema di elezione del Consiglio Valle e della forma di governo: questo è il nostro contributo ad una riforma che riteniamo necessaria e urgente per dare finalmente una legge elettorale funzionale alla nostra regione”.

Il Pd VdA rilancia la sua proposta di legge elettorale

Partito democratico della Valle d'Aosta - PD
Partito democratico della Valle d’Aosta

A giugno 2022 era stato lanciato l’amo. Oggi il Partito democratico valdostano rilancia la sua proposta di riforma elettorale, e dopo il voto unanime in Direzione regionale la mette sul tavolo “per un’ampia discussione”.

All’epoca, ad introdurla, era stato l’ex sindaco di Aosta Fulvio Centoz, membro del direttivo dem e coordinatore del Gruppo di lavoro che si è occupato, all’epoca, di redigere il documento. Proposta che resta quella di un proporzionale corretto”.

Il premio di maggioranza ed il ballottaggio

In una nota il Pd VdA, infatti, prevede “per rendere più governabile la Regione” l’istituzione di “un sistema proporzionale con premio di maggioranza”. Quindi, “alla coalizione o lista che ottiene il 50% dei voti vengono attribuiti 23 seggi su 35”. E nel caso in cui nessuno raggiunga la soglia di sbarramento “si procede ad un turno di ballottaggio tra i primi due e la lista o coalizione che vince al ballottaggio ottiene 23 seggi”. Questo, mentre “rimane una soglia di sbarramento del 5% per accedere in Consiglio regionale”.

In mezzo, la questione della parità di genere, sotto i riflettori locali – ma non solo, dopo la Giunta tutta al maschile guidata da Testolin – e finita al centro della polemica tutta intestina alla maggioranza nello scorso Consiglio comunale di Aosta.

Il tema “dirimente” della parità di genere

Dai lidi Pd spiegano che la proposta prevede “di aumentare la presenza di donne in lista fino al 50%, di introdurre la doppia preferenza di genere e di prevedere la presenza di entrambi i generi in Giunta”.

Non solo: “Qualche piccolo correttivo più marginale riguarda la possibilità di candidarsi in Regione al compimento dei 18 anni (oggi è 21) – aggiunge la nota dem – e l’abbassamento del numero di firme per presentarsi alle elezioni per le liste che non sono presenti in Consiglio regionale”.

Ora, prima del formale deposito in Consiglio della propria proposta di legge, il Pd VdA “intende illustrarla alle altre forze politiche di maggioranza evidenziando loro la volontà di trovare una sintesi condivisa su un tema così rilevante, ma evidenziando altresì che il tema della parità di genere diventa dirimente. Così come diventa dirimente lavorare su un sistema elettorale che consenta ai cittadini di conoscere prima gli schieramenti alle elezioni e, all’esito dello spoglio, individuare subito chi ha vinto e chi ha perso”.

“Nei prossimi giorni, quando la proposta di legge sarà completata nei suoi dettagli, la condivideremo con tutti. L’approvazione di una legge elettorale che coniughi stabilità e rappresentanza di genere deve essere patrimonio di un’ampia maggioranza” dice il segretario regionale del partito Luca Tonino.

Dopo il niet del Consiglio Valle alla consultazione popolare richiesta a gran voce dal Comitato per la riforma elettorale e l’iniziativa presentata da Forza Italia, sono tre, ora, le proposte di modifica del sistema elettorale regionale. Anche se il Pd non fa riferimenti all’elezione – diretta, come chiedono le altre due iniziativa, o meno, come ancora oggi – del presidente della Giunta.

I “sassolini” e le scarpe

Al netto della proposta di legge, i dem locali partono al contrattacco. Nel mirino c’è Area democratica – Gauche autonomiste degli “ex” Raimondo Donzel, Carmela Fontana e Erika Guichardaz. Con i quali – e reciprocamente – lo scontro ormai è apertamente alla luce del sole.

“Alle mistificazioni politiche e alle menzogne circolate nei giorni scorsi il Pd VdA preferisce rispondere con una proposta di legge elettorale che mette a disposizione di tutte le forze politiche, sia a quelle presenti in Consiglio Regionale, sia a quelle non rappresentate”.

Con un “ma” a denti stretti, dal momento che il partito “ritiene inoltre che se qualche maîtres chez nous vuole a tutti i costi rivendicare posizioni politiche marginali che avrebbero come unico risultato quello di tornare a votare con il sistema elettorale attuale (che si è dimostrato del tutto inefficace) lo faccia, lo scriva 5 volte al giorno sui social, e indichi sempre come il peggiore dei mali i Democratici valdostani”.

Dal suo punto di vista, “il Pd VdA continuerà, invece, a pensare che gli avversari siano nel campo della destra anche se, evidentemente, non è così per tutti”. Con un commento proprio sull’ultimo Consiglio comunale del capoluogo: “Peraltro, utilizzare tutte le assisi, anche quelle non competenti, per strumentalizzare il tema della parità di genere dimostra ancora una volta come il tema venga utilizzato per un riscontro mediatico quotidiano senza occuparsi di merito”.

Una risposta

  1. Mah… se io fossi una donna sarei profondamente amareggiata da questa storia della parità di genere, alla fine si riduce tutto alla garanzia per le donne di esserci a tutti i costi, al di là delle capacità. In pratica se per caso in un consiglio fossero entrate solo donne incapaci e uomini capaci bisognerebbe fare spazio a una persona meno competente solo per una necessità di equilibrio numerico (e il ragionamento vale anche a rovescio, per carità). Assurdo, sessismo alla rovescia, il contrario di ciò che servirebbe davvero cioè che i migliori possano andare al governo al di là delle identità e delle appartenenze, la competizione non dovrebbe svolgersi con partecipanti garantiti per legge, ci vorrebbe la meritocrazia anche in politica.

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