“Je ne suis pas Charlie”. Il gioco di parole è sin troppo semplice, ma centrato: a più di tre anni e mezzo – era il 7 gennaio 2015 -dall’attentato (e a due dall’ultima discussione in aula) il “Matitone” ricavato dall’allora albero di Natale di piazza Chanoux verrà tolto da piazza Narbonne. A deciderlo, oggi, il Consiglio comunale di Aosta, che approva con 14 voti a favore, la mozione della Lega “Chi ancora ha il coraggio di affermare ‘Je suis Charlie’?”, presentata dal Vicepresidente ÉtienneAndrione che spiega come ormai il settimanale d’oltralpe sia ormai “Un giornale che non fa più satira ma che celebra tragedie, e prende in giro le vittime e non i responsabili”.
Non indugia la Vicesindaca Antonella Marcoz, che nonostante si appelli alla libertà di coscienza nel votare per il gruppo Uv, si schiera subito con Andrione. Così come, a stretto giro fa Lorenzo Aiello, Casapound: “È un giornale che negli anni si è prestato più allo sciacallaggio contro vittime e non più contro i potenti”.
Fanno i distinguo Gianpaolo Fedi (Gruppo Misto) e Carola Carpello (Altra VdA), con il primo a spiegare che “Se vogliamo togliere il ‘Matitone’ perché sono cambiate le circostanze o non è più simbolo è un conto, ma se vogliamo farlo perché le vignette ci hanno fatto arrabbiare commettiamo un errore, senza sparare anche noi eliminiamo ciò che non condividiamo. Ragioniamo sulle mutate condizione e non sul simbolo, il cui significato è tuttora comprensibile e valido”.
D’accordo la collega di minoranza: “Se la Lega ha presentato questa iniziativa ha fatto i conti, e sa che ce a farà, è la terza volta che lo fa. Questo non ha niente a che vedere con il giornale in sé o col fatto che quelle vignette ci facciano schifo, ma questo è l’esempio che mostrando i muscoli si ottiene ciò che si vuole. Avrete dato bella mazzata alla libertà di opinione e al significato che quella matita aveva: voterò convintamente contro”.
Sara Favre, Uv, punta su un “trasloco”: “Capisco che è la scultura è nata per essere vicini alla libertà espressione, di satira, di fare giornalismo. Propongo di scrivere loro e di dir loro di venire a prendersela. Oggi quello è un simbolo che ha più senso fuori dalla loro redazione che non nella nostra piazza”.
A favore, già lo era due anni fa, l’Assessore alle Finanze Carlo Marzi: “Quando la matita è stata installata – spiega – non era lì a favore o contro la satira, ma per fatti di terrorismo internazionale delicatissimi accaduti. Ritengo che il ‘Matitone’ vada tolto, anche per togliere possibilità ogni due per tre di parlare di questa cosa e per togliere vento in poppa a chi, negli ultimi anni, politicamente ha soffiato continuamente su questo clima politico che parla principalmente alla pancia e non alla testa”.
Più pragmatico l’atteggiamento del MoVimento 5 Stelle: “Lavoriamo in Consiglio da due giorni – spiega Luca Lotto in fluente francese – e abbiamo parlato di problemi delle persone. Secondo me il nostro dovere è parlare di questi problemi, di ciò di cui i cittadini hanno bisogno e non di impiegare il nostro tempo in queste cose. Voteremo contro, perché dare spazio e tempo a queste cose è una perdita di energia”.
A metà strada l’Assessore alle Politiche sociali Luca Girasole: “Il ‘Matitone’ è stato messo lì in memoria di chi ha perso la vita in un attentato, non per altri motivi, e solo perché voleva esprimere il suo pensiero. Bisogna anche pensare se la satira va accettata solo quando tocca gli altri e non quando tocca noi. Si faccia ciò che si vuole, basta che torniamo a parlare dei problemi della città”.
Problemi della città o meno, il voto è chiaro. Con 14 sì, 7 no e 4 astenuti la mozione viene accolta, il “Matitone” verrà tolto da piazza Narbonne, e lancia un messaggio chiaro “Aosta n’est plus Charlie”.