La Lega Nord all’attacco: “Il Carroccio difende le autonomie. Il nostro un voto utile”

La Lega Nord Valle d'Aosta ha presentato le proprie candidate Nicoletta Spelgatti, alla Camera, e Sandra Maria Cane, al Senato. Sul piatto turismo, Europa, immigrazione e, soprattutto la difesa dell'autonomia valdostana
Nicoletta Spelgatti e Sandra Maria Cane con Sergio Ferrero
Politica

Le elezioni politiche si avvicinano e prende corpo giocoforza dalle linee guida della Segreteria della Lega nazionale il programma del Carroccio nostrano, presentato questa sera, 4 febbraio, all’Hostellerie du Cheval Blanc.
Tanti equilibri, infatti, dipenderanno dalla candidatura del segretario federale Roberto Maroni per la presidenza della Regione Lombardia e dal suo progetto più ambizioso: quella “Macroregione del Nord” che vuole scardinare l’asse politico centralista non solo italiano, ma soprattutto europeo.
“La Lega è l’unico partito che da sempre difende la autonomie – spiega il segretario regionale Sergio Ferrero – mentre gli altri candidati finirebbero nel gruppo misto. Il nostro è un voto utile per migliorare le cose in Valle, dato che abbiamo impedito al Governo Monti la cancellazione del Titolo V della Costituzione (quello che regola le prerogative di regioni, province e comuni) e si rivolge a chi è scontento delle varie alleanze e dei giochi di potere in atto”.

A delineare i punti programmatici principali della Lega è l’onorevole Giancarlo Giorgetti, Presidente della V Commissione Parlamentare (Bilancio, Tesoro e Programmazione): “La Lega è una proposta nuova. A livello nazionale c’è l’accordo col PdL, ma la partita politica si gioca sempre più sul territorio. Quando Maroni sarà eletto Presidente della Regione Lombardia si attuerà la costruzione di una ‘Macroregione Padano-alpina’ che faccia massa critica con tutto il Nord, senza prevaricare gli Statuti Speciali, e che sarà un interlocutore credibile per Roma e per Bruxelles”.

È l’Europa infatti a delinearsi come il nuovo “nemico alle porte” per la Lega, forse ancor più della Roma centralista: “Le decisioni più importanti arrivano da Bruxelles, e sono sempre dei diktat che scavalcano tutto. È inutile uscire dalla trappola di Roma per entrare in quella di Bruxelles. Il nostro progetto è quello di una aggregazione di aree omogenee, come nei casi della Catalogna o della Baviera, che non sia espressione degli Stati nazionali. Con il potere affidato alla burocrazia europea la Valle d’Aosta non sarà più un’isola felice e conterà sempre di meno”.

Al senato si candida Sandra Maria “Sandy” Cane, sindaco di Viggiù (e primo sindaco di colore in Italia), nata da padre americano e madre italiana, che sin da bambina ha frequentato e vissuto la Valle di Gressoney. La sua disamina parte proprio dalla situazione valdostana: “La lotta di Maroni è la nostra, perché quello che abbiamo dobbiamo tenercelo. L’importante è stare coi cittadini, perché dai palazzi non si capiscono i problemi della gente”. Problemi come l’offerta turistica: “La Valle deve essere più conosciuta e crescere, bisogna avere un turismo più ‘verde’ e bisogna che gli operatori del settore imparino più lingue. A questo si lega il problema dei trasporti, con il costo troppo alto degli impianti sciistici e un’autostrada aumentata del 16% mentre in Svizzera hanno un bollo da 30 Franchi valido un anno, oppure lo spreco di un Aeroporto sovradimensionato che qui non serve. Serve prima un turismo diverso, più serio”.

“La Lega non è mai stata molto forte in Valle – spiega Nicoletta Spelgatti, candidata per la Camera – ma può cambiare davvero il paese”. Tema caro a Spelgatti è l’immigrazione, essendo stata membro del Dipartimento Giustizia e immigrazione: “L’immigrato che arriva in Italia ottiene la cittadinanza e ha subito accesso a molte agevolazioni come case popolari, benefici per ticket sanitari e sulle rette degli asili nido a cui gli italiani non hanno diritto. Non è giusto ma non perché siamo razzisti o xenofobi, anzi, ma non è sensato che nessun italiano possa avere diritto ad una casa popolare o a queste agevolazioni soltanto perché i requisiti richiesti sono troppo bassi. Gli stranieri sono una risorsa, ma per ottenere questi benefici devono integrarsi”.
 

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