Misure anticrisi, FI e FdI: “becero baratto politico-amministrativo”

"Abbiamo accolto l'invito al dialogo - spiegano i coordinamenti regionali dei due movimenti -, dichiariamo con forza che il nostro voto non è in alcun modo in vendita".
Immagine di archivio - Forza Italia, Fratelli d'Italia
Politica

Un “becero baratto politico-amministrativo”, così i coordinamenti regionali di Forza Italia e Fratelli d’Italia definiscono la trattativa tra movimenti che si sta consumando a Palazzo regionale sul Disegno di legge 60, il provvedimento che contiene le misure anticrisi.

“Abbiamo accolto l’invito al dialogo – scrivono i due partiti di centrodestra –, ci siamo seduti attorno a un tavolo, abbiamo cercato di trovare una sintesi tra le diverse posizioni, perseguendo quella condivisione che noi avevamo già invocato ben prima dell’inizio di questa sessione del Consiglio regionale e che oggi arriva fuori tempo massimo ma, di fronte al becero baratto politico-amministrativo messo in atto in questi giorni, noi dichiariamo con forza che il nostro voto non è in alcun modo in vendita perché i nostri emendamenti sono presentati con il solo intento di migliorare un terzo pacchetto di misure anticrisi per famiglie, imprese, lavoratori ed enti locali giunto in Consiglio Valle già in clamoroso ritardo e che ha dovuto addirittura pagare in questi giorni  ulteriori rinvii dovuti innanzitutto all’arroganza e alla superficialità di chi l’ha voluto predisporre a proprio uso e consumo, pur non avendo i numeri per approvarselo”.

Non solo: “Ci eravamo chiaramente dichiarati contrari al testo predisposto dal governo perché non potevamo condividerne la filosofia del dare poco a tanti, nemmeno a tutti. Il testo che sta prendendo corpo in queste ore, ancora più distante dalla nostra visione poiché è un mero frutto di compromessi politici dell’ultimo minuto, dà ulteriormente poco a tutti invece di dare tanto a chi sta pagando il prezzo più alto di questa pandemia”.

FI e FdI parlano di un “mercanteggiamento sul ddl 60 degno del peggior suk arabo” che “sottrae inoltre ai Comuni valdostani delle risorse che erano per noi fondamentali per gli investimenti a favore del rilancio dell’economia sui nostri territori. Che gli stanziamenti previsti e concordati con gli stessi enti locali fossero per noi fondamentali lo dimostra il fatto che gli emendamenti che avevamo presentato al testo originario non attingevano assolutamente alle risorse destinate ai comuni valdostani. Ancora una volta, chi sbandiera l’autonomia della nostra regione, poi la mortifica con azioni come quella messa in atto in queste ore”.

Diverso, invece, l’atteggiamento tenuto da Emily Rini, dal momento che, scrivono i coordinatori “la nostra rappresentante, con senso di responsabilità, voterà a favore dell’iscrizione del nuovo testo poiché vi è la necessità di avere l’unanimità dell’aula e noi, in nessun modo, vogliamo rallentare ulteriormente l’approvazione del disegno di legge. Ma il nostro voto sulla legge nel suo complesso sarà assolutamente negativo perché non solo si poteva, ma si doveva fare prima, fare di più e fare meglio”.

Un’ottica “assolutamente costruttiva” – si legge ancora nella nota – che non significa “svendere le proprie idee per barattarle al ribasso allo scopo di ottenere l’approvazione dei nostri emendamenti. La dignità delle nostre proposte non è in vendita. Questo modo di fare politica, da cui oggettivamente ci dissociamo, sta offrendo un triste spettacolo ai valdostani che in questo momento, nonostante il già clamoroso ritardo, chiedono una sola cosa: risposte concrete e immediatamente applicabili”.

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