Dopo una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Valle nel 2013, la proposta bocciata a fine 2015 e la nuova richiesta, a seguito della visita in Valle d’Aosta della Commissione Antimafia guidata allora da Rosy Bindi nel 2017 Alberto Bertin, Capogruppo di Rete Civica, torna a chiedere a gran voce l’istituzione di un Osservatorio permanente sulle organizzazioni criminali di stampo mafioso.
Più che una richiesta, Bertin ha infatti depositato questa mattina – venerdì 15 febbraio – una proposta di legge che trae linfa anche dalla cronaca recente: “Gli eclatanti fatti di cronaca di questi giorni collegati all’inchiesta ‘Geenna’ – specifica il Consigliere regionale – non sono altro che l’ultimo atto di una serie di elementi che da anni evidenziano e dimostrano la presenza della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta. L’infiltrazione di questa organizzazione criminale nel nostro territorio è un fatto risalente nel tempo e può essere considerata oramai ultradecennale e storica”.
Infiltrazione che, stando a Bertin, già era stata resa evidente nel passato prossimo – dal processo “Minotauro”, l’indagine “Lenzuolo”, le inchieste “Gerbera”, “Tempus Venit” e “Hybris”, che però non hanno portato ad azioni incisive.
“Ciononostante, in questi anni – prosegue il Capogruppo di rete Civica –, la quasi totalità della politica ha preferito guardare da un’altra parte e fingere, per mero tornaconto elettorale, di credere in una Valle d’Aosta isola felice. Nessun ‘fulmine a ciel sereno’, come pronunciato dall’attuale Presidente della Regione, solo una colpevole sottovalutazione del fenomeno e i fatti che stanno emergendo non ne sono che la conseguenza”.
Un “quadro inquietante” nel quale “la politica deve assumersi le proprie responsabilità e prendere nettamente le distanze, in modo chiaro e inequivocabile, diversamente da come fatto sinora. Le istituzioni devono in tutti i modi essere rafforzate e rese impermeabili all’infiltrazione mafiosa”.
Da qui la proposta di legge; “In questo senso può essere importante che la Regione si doti di un osservatorio permanente sulle organizzazioni criminali di stampo mafioso, degno di questo nome – chiude Bertin –. Un dispositivo che, affiancato ad altri, possa servire anche a contrastare il diffondersi di questi fenomeni. Uno strumento informativo e di supporto all’attività legislativa e amministrativa della Regione”.
L’atto, “Una proposta aperta a suggerimenti e integrazioni”, è stato sottoscritto anche dai consiglieri regionali Chiara Minelli, Patrizia Morelli, Stefano Ferrero, Luigi Vesan, Daria Pulz e Jean-Claude Daudry.