La stima è della Confesercenti nazionale: nel 2015 i contribuenti italiani potrebbero pagare fino a 10 miliardi di euro per la Tari, la nuova imposta per i rifiuti. Di questi 4 sarebbero a carico delle sole imprese, commerciali e turistiche.
L’aumento, di circa il 20% sullo scorso anno e di oltre il 100% dal 2008, è dovuto – secondo Confesercenti – al susseguirsi di nuove tasse e poi di ritocchi verso l’alto della tariffa da parte dei comuni in tutta Italia. Particolarmente tartassate le imprese della somministrazione e del turismo: da alberghi, ristoranti e bar arrivano complessivamente 1,2 miliardi del gettito Tari sulla base di un’indagine sull’incidenza della tassa sui rifiuti nei vari capoluoghi di Regione italiani con l’esclusione di Trento dove vige una tariffa non confrontabile.
Positivi, però, i dati relativi al capoluogo valdostano: da questa analisi Aosta risulta tra le città con tassa media più bassa a carico delle imprese e del commercio. Con un’imposta media pari a 1.745,03 euro, il capoluogo regionale si piazza al secondo posto nella classifica dei comuni meno esosi subito dopo L’Aquila, ferma a 1.473 euro di media (che sembra aver scelto di mantenere basso il tributo per non gravare ulteriormente sulle attività commerciali e turistiche già provate dal sisma) e prima di Campobasso (1.881,09 euro) al terzo posto.
Tra i comuni capoluogo è Napoli quello dove si registra la Tari media più alta a carico delle imprese del commercio e del turismo esaminate: 5.567,89 euro, un valore l’84% superiore a quello di Milano. In seconda posizione Firenze, dove le attività dei due settori pagano in media 4.975 euro l’anno, seguita da Roma (4.902 euro).